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Chiamatemi Sandokan!

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Le celebrazioni degli anniversari hanno senso se possono dar vita a progetti interessanti per chi vi assiste. Gli anniversari devono fornire l’occasione di ripensare al passato, leggendolo con gli occhiali del presente e rilanciandolo verso il futuro.

L’albo illustrato Chiamatemi Sandokan! edito da Salani nella collana Illustrati in occasione del centenario della morte di Emilio Salgari ne è un bell’esempio.

L’autore dei testi e dei disegni – Fabian Negrin illustratore argentino che vive in Italia da oltre vent’anni e lavora nel settore dell’editoria per l’infanzia – ha ripreso il personaggio di Sandokan e gli ha infuso nuova energia nelle vene, facendolo conoscere e amare dai bambini di oggi.

Il riassunto di “Chiamatemi Sandokan!”

Una bambina trascorre le vacanze a casa della nonna ma la nonna è tutto il giorno affaccendata tra spolverare, cucinare, rigovernare e non ha tempo di giocare. La bimba si annoia a guardare la tv. Oltretutto, nessuno tra i suoi compagni di classe abita in zona. Meno male che dentro a un armadio scova tre libri, dei quali uno ha una tigre raffigurata in copertina.

La nonna gli spiega che sono i tre libri del ciclo di Sandokan di Salgari e che sono appartenuti a suo padre.

Ma che santo è questo San Dokan?

chiede la bambina.

La nonna gli consiglia di leggere e la bambina viene completamente assorbita dalle avventure di Sandokan e i Pirati della Malesia, tanto che, qualche giorno dopo, quando arriva anche il cuginetto Aldo, gli propone di giocare ai pirati.

Aldo è titubante. Per convincerlo, la bambina gli racconta tutto ciò che ha imparato su Sandokan che, usurpato del regno di Mompracem, diviene pirata e, mosso dalla sete di vendetta e animato da un profondo senso di giustizia e fierezza, combatte i colonialisti inglesi, capeggiati da James Brooke. Suo fratello fidato è Yanez De Gomera. Sua innamorata è Lady Marianna, detta la Perla di Labuan per la sua bellezza.

Così, Aldo scopre i veloci praho e i letali kriss, i selvaggi Thugs, e poi ancora assalti, arrembaggi, fughe rocambolesche…, ma anche di sentimenti puri come l’amore, la fratellanza, la giustizia sociale, l’onore.

Pur non avendo letto i libri, Aldo è talmente coinvolto dal racconto della cugina che rivive nei giochi le avventure salgariane. Così, ogni angolo della casa si trasforma nel teatro di un’avventura: nel salotto sfrecciano pallottole e palle di cannone; la vasca da bagno diventa un praho che si prepara all’arrembaggio; la cucina un fortino da assaltare; la camera da letto il teatro dell’incursione di una pantera nera e di Lady Marianna a cavallo di un destriero; il giardino il teatro dello scontro con i Thugs assetati di sangue. E a farne le spese sono i poveri gerani di nonna!

Alla fine della giornata, quando nonna lo chiama per nome, Aldo è talmente affascinato dalle avventure che ha vissuto che le risponde

Chiamatemi Sandokan!

La recensione di “Chiamatemi Sandokan!”

Il talento grafico di Fabian Negrin è indiscutibile.

I due piani della narrazione sono distinti ma intrecciati sia dal punto di vista narrativo che da quello stilistico. Il piano della realtà in cui vivono Aldo e la cuginetta è tratteggiato con semplici tratti di carboncino e poche macchie di colore. I tratti somatici dei bambini sono realistici, ma non così particolareggiati e definiti. La proporzione fra le dimensioni degli oggetti è rispettata.

Il piano in cui si svolgono le vicende salgariane è invece caratterizzato da un’esplosione di colori, tratti precisi, figure delineate fin nei particolari: nuvole grigie cariche di pioggia, vestiti drappeggiati, bagliori di lanterne che illuminano volti ben definiti. Anche Aldo e sua cugina, quando giocano ai pirati e sono risucchiati dentro il mondo di Sandokan, hanno tratti nitidi e definiti.

Come a dire che la realtà non è che una pallida imitazione del mondo dell’immaginario. 

La sorpresa sta nelle tavole in cui i due piani si intersecano, ad esempio nella tavola in cui Lady Marianna e la pantera nera irrompono nella camera da letto di nonna e terrorizzano i due piccoli protagonisti, oppure nella tavola della battaglia che vi propongo, dove la palla di cannone centra in pieno il lampadario di cristallo della sala da pranzo di nonna.

Le parti scritte sono state evidentemente concepite per essere al servizio dei disegni, compresi i brani tratti da Le tigri di Mompracem, I pirati della Malesia e Le due tigri.

La scheda editoriale

Se volete leggere Chiamatemi Sandokan! di Fabian Negrin, potete cercarlo sugli scaffali delle biblioteche pubbliche.

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