Frankenstein, o il moderno Prometeo (Frankenstein, or the Modern Prometheus) è l’opera più famosa della scrittrice inglese Mary Shelley.
Il romanzo ha un’origine curiosa, perché il nucleo originario nacque da una sfida letteraria: durante l’estate del 1816, Mary soggiornò nella villa sul lago di Ginevra che Lord Byron aveva messo a disposizione degli amici. Tra di loro c’era John Polidori che, per ingannare la noia dovuta al maltempo, sfidò i presenti a scrivere un racconto horror. Da questo gioco nacquero sia il mito di Frankenstein e che “Il vampiro” di Polidori, primo romanzo sui vampiri che anticipò il Dracula (1897) di Bram Stoker.
La storia di Mary divenne un grandissimo successo editoriale e alcuni critici la considerano il primo vero romanzo di fantascienza.
Frankenstein è un romanzo epistolare: sono le lettere che il capitano Robert Walton scrive alla sorella Margherita Saville in occasione della sua missione al Polo Nord a raccontarci la storia drammatica e incredibile del Dottor Frankenstein.
Il riassunto di Frankenstein
Le lettere del capitano Walton
Una notte, la nave su cui viaggia il capitano Walton rimane intrappolata fra dei blocchi di ghiaccio.
Gli uomini dell’equipaggio scorgono a breve distanza una figura enorme su una slitta trainata da cani che, poco tempo dopo, scompare alla vista.
La mattina seguente gli uomini trovano su un lastrone di ghiaccio alla deriva una seconda slitta, trainata da un solo cane, con a bordo un uomo congelato e stremato dalla fame e dalla stanchezza.
Costui, dopo aver chiesto quale fosse la meta della nave, accetta di salire a bordo ed è accolto, rifocillato e riscaldato.
Passano i giorni, il naufrago migliora ma si mostra malinconico e disperato, oppresso da un dolore indefinito. L’uomo confessa a Walton di essere a caccia di un demone e racconta la sua vita sciagurata.
Il racconto del naufrago
Dice di essere il dottor Victor Frankenstein di Ginevra. Figlio primogenito di genitori benestanti, trascorre un’infanzia serena e un’adolescenza felice, insieme alla cugina adottiva Elizabeth Lavenza, ai fratelli minori Ernest e William e all’amico Henry Clerval. Studia con impegno i fenomeni naturali, l’elettricità e il galvanismo e divora con curiosità le opere di antichi alchimisti come Cornelio Agrippa. Decide quindi di proseguire gli studi di chimica e di anatomia all’Università di Ingolstadt, ma un grave lutto lo colpisce: la madre muore di scarlattina, dopo essere stata contagiata da Elizabeth.
Caduto in uno stato di profonda prostrazione, Victor si butta sullo studio, perseguendo segretamente il sogno di dare vita alla materia inanimata. Per fare ciò, trascorre le sue notti nei cimiteri, dove apre le tombe e studia la decomposizione e la degenerazione dei cadaveri; poi si mette all’opera e progetta di dare vita a un uomo smisurato assemblando parti anatomiche sottratte ai laboratori dell’università.
La Creatura
In una cupa notte di novembre, Victor riesce nel suo intento. La Creatura appare da subito deforme e sgraziata, ma dotata di una forza fisica smisurata. Frankenstein vive un carosello di emozioni: prima si gode il senso di onnipotenza per aver creato la vita dal nulla, poi ha orrore e disgusto di ciò che ha fatto e fugge terrorizzato. Anche la Creatura, “orribile come una mummia risorta, o un demone”, fugge nella notte, portando con sé il diario personale del suo creatore.
Colpito da una specie di febbre nervosa e dilaniato dai rimorsi, Victor si rinchiude in casa, assistito solo dall’amico Henry Clerval. Dopo alcune settimane di riposo, si riprende e decide di tornare a Ginevra ma, poco prima della partenza, riceve dal padre la notizia che suo fratello William è stato strangolato. Una volta a casa, mentre perlustra i sobborghi dove si è consumato l’omicidio, Victor intravede la Creatura e, inorridito, capisce chi è l’autore del delitto. Nel frattempo la responsabilità dell’omicidio è ricaduta su Justine, la giovane governante della famiglia. Pur sapendo che la ragazza è innocente, Victor, per vigliaccheria, non la scagiona, lasciando che sia processata e condannata a morte.
Schiacciato dai sensi di colpa, avvilito e nuovamente depresso, Victor si trasferisce nella casa sul lago, a Belrive.
Il dialogo tra il Dr. Frankenstein e la Creatura
Durante un’escursione a Chamonix, incontra nuovamente la Creatura, che confessa di aver ucciso William e gli racconta la sua triste esistenza, fatta di emarginazione, disprezzo e violenza da parte degli uomini a causa del suo aspetto ripugnante e sgraziato. Il dialogo “tra padre e figlio” è una pagina di letteratura molto toccante e commovente.
Dopo essere stato abbandonato da quello che considerava suo padre, il mostro aveva vagato per giorni solo, spaventato e disperato, affamato e assetato, finché finalmente non aveva trovato una capanna in cui rifugiarsi. Poi si era fatto coraggio e aveva raggiunto un villaggio, ma ne era stato scacciato a sassate dagli abitanti. Era così tornato nel bosco e si era sistemato vicino a una casetta abitata da una povera famiglia. Osservando di nascosto i vicini, la creatura aveva iniziato ad associare i suoni alle cose (fuoco, latte, pane, legna) ma si era scoperto anche incredibilmente deforme e sgraziato.
“Mi resi conto di essere il mostro che sono e questa scoperta mi rese tremendamente infelice.”
Il vecchio cieco e i suoi figli erano davvero poveri e la Creatura li aiutava come poteva (ad esempio portando loro di notte legna per l’inverno, spalando la neve, …) in cambio delle poche cose che sottraeva loro per sostentarsi. Durante la primavera era arrivata nella casa una donna araba che non parlava francese. La famiglia l’aveva accolta e le aveva insegnato la lingua; per lui era stata un’opportunità di imparare a sua volta. Alla fine la creatura aveva deciso di mostrarsi al vecchio, in cerca di affetto e comprensione, ma i figli lo avevano scacciato a bastonate, disgustati dal suo aspetto esteriore.
“Perché non morii allora?”
La vendetta della Creatura
Ripudiato dal padre, scacciato da tutti, solo al mondo, la Creatura mite, buona e sensibile era divenuta un vero e proprio mostro, deciso a vendicarsi dei torti subiti. Vicino a Ginevra, aveva incontrato casualmente William, che spaventato gli aveva ordinato di lasciarlo andare altrimenti suo padre, Frankenstein, lo avrebbe fatto punire. Preso da un impeto di rabbia e odio, lo aveva strangolato, aveva preso la collana che aveva al collo e l’aveva nascosta nei vestiti di Justine.
Desiderando di essere felice come ogni altro vivente, il mostro chiede a Victor di creargli una femmina, simile a lui, che possa fargli compagnia e amarlo, con la quale ritirarsi in Sud America, lontano da tutti. In questo modo, avrebbe lasciato in pace Frankenstein per sempre. Altrimenti gli avrebbe reso la vita un inferno.
Dopo un primo rifiuto, Victor accetta di dare una compagna al mostro. Da un lato teme per la vita dei suoi cari, dall’altro prova un pietà per la Creatura. Prima di andarsene, il mostro gli dice che avrebbe sorvegliato di nascosto le fasi creazione e sarebbe riapparso al momento opportuno a prendersi la compagna.
Victor lascia Ginevra ed Elisabeth, promettendole che tornerà per sposarla, e si sposta alle isole Orcadi, accompagnato da Henry. Qui inizia il suo lavoro. Quando la femmina è ormai terminata, riaffiorano in lui i rimorsi: si domanda se la femmina vorrà il mostro come compagno, se non sarà ancora più feroce di lui, se non sarebbe stato l’inizio di una progenie di mostri ostili alla umanità. Così, sotto gli occhi disperati della Creatura, fa a pezzi la femmina che aveva costruito.
Il mostro, straziato e infuriato, fugge e giura a Victor che si sarebbero rivisti la prima notte di nozze.
La fine di tutto
Victor decide di disperdere i resti della femmina in mare. Quando torna a riva è fatto prigioniero, sospettato della morte di Henry, che nel frattempo è stato strangolato. In carcere viene riassalito dalle febbri cerebrali.
Una volta scagionato, torna in patria col padre e sposa Elizabeth. In viaggio di nozze, la giovane viene uccisa dal mostro. Poco tempo dopo il padre di Frankenstein muore di dolore.
Pazzo di dolore e rabbia, Victor viene rinchiuso in manicomio. Quando ne esce si mette a caccia del mostro e lo insegue fino al Polo Nord, dove Walton lo recupera stremato.
Al termine del racconto Victor ammonisce l’amico sulle conseguenze terribili della cieca ricerca di gloria e vana potenza e muore.
Poche ore dopo, Walton scopre il mostro nella stanza dove è stata composta la salma, intento a piangere la morte del padre e a rammaricarsi per il dolore causato agli altri. Il capitano desiste dall’ucciderlo, dopo aver capito le intenzioni del mostro di porre fine alla sua triste esistenza. Sceso dalla nave, la Creatura sale su una slitta da cani in direzione Nord, e scompare per sempre.
La recensione di Frankenstein
Alla fine della lettura si capisce il significato del sottotitolo del romanzo. Frankenstein, come Prometeo, è un demiurgo, cioè un individuo che si arroga volontariamente un potere divino. Come Prometeo, il potere di dare la vita, invece di concedergli fama e successo, gli causa solo sciagure.
Ho letto Frankenstein nell’edizione ridotta e adattata, corredata con audio-CD, di Biancoenero edizioni.
Si tratta di una versione che risponde ai criteri di alta leggibilità, ovvero
- accortezze sintattiche e lessicali
- capitoli brevi e caratteri spaziati
- righe di lunghezza irregolare per seguire il ritmo della narrazione
- font studiati per chi ha problemi di dislessia
- carta color crema che stanca meno la vista
- CD audio per accompagnare la lettura
Vi posto un video di Giulio Scarpati che legge un brano. Una piccola anticipazione di ciò che sentirete se acquisterete questa edizione. O quella identica di Lattes.
La scheda editoriale
- Titolo: Frankenstein
- Autore: Mary Shelley
- Casa editrice: Biancoenero
- Età di lettura: dagli 11 anni
- Consigli di lettura: a chi vuole leggere uno dei più famosi romanzi di fantascienza, in cui scoprirà che Frankenstein è il nome dell’inventore e non della Creatura
L’edizione in alta leggibilità con CD-audio è in vendita su Amazon https://amzn.to/362PNwl.
Frankenstein audiolibro gratis
A chi preferisce ascoltare la storia anziché leggerla segnalo che sul sito di RaiPlayRadio è disponibile l’audiolibro della versione integrale del romanzo di Mary Shelley letta da Tommaso Ragno.
Si tratta di 25 podcast da scaricare gratuitamente o, in alternativa, da ascoltare in streaming.
scusa, è possibile sapere la durata complessiva di questo audiolibro?
Ciao Alice, dura un’oretta. È diviso in tracce. Quindi puoi ascoltare anche solo qualche traccia e riprendere quando vuoi!
Ci è piaciuto perchè è scritto in modo particolare infatti è narrato con delle lettere spedite dal protagonista alle sorelle quello che ci è piaciuto di più però è il fatto che questo scienziato abbia voluto creare un “MOSTRO” vivente con pezzi di esseri umani già deceduti .questo libro può trasmettere “paura” ma di sicura trasmette anche amore perchè nonostante il mostro sia un mostro che cra disagio alla gente ha un cuore e anche lui come ogni essere vivente ha bisogno d’amore
È un bellissimo libro, quello che mi ha colpito di più tra tutti. Mi è piaciuto anche per il fatto che ha un messagio chiaro e facile da comprendere: non giudicare dall
aspetto.
Tramite le parole scritte da Mary Shelley si comprendono benissimo gli stati d’animo dei protagonisti: si percepisce la solitudine e l’ossessione verso Il ricreare la vita di Victor, così come si comprende il dolore e la rabbia del mostro. Un altro messaggio del libro è quello di non volersi spingere troppo avanti fino ad intralciare le leggi della natura.
Nel complesso é un ottimo libro soprattutto per gli amanti del horror/fantascienza
Il libro Frankeistain ci ha colpito perchè è un libro scorrevole, ma(a differenza “del segno dei quattro”) il libro presenta un panorama completo delle vicende perciò il lettore sa più dei protagonisti. Ci ha colpito anche uno dei tanti insegnamenti : prima di trattare male una persona prima mettiti nei sui panni e prova a sentirti come si sente lui. Noi ciò lo abbiamo paragonato al bullismo: la vittima, se presa troppo di mira potrebbe vendicarsi e diventare anch’esso un bullo, proprio come il mostro che ,in cerca di amico nessuno lo ha voluto e si è vendicato creando vittime su vittime anche se non era la sua intenzione. Un altro aspetto del libro è che l’uomo non deve superare i limiti imposti dalla natura stessa per orgoglio. Comunque il libro ci è piaciuto molto. Ha suscitato in noi momenti di commozione e di paura e lo consigliamo alle persone che vogliono fare una lettura fuori dal comune.
Ciao Anna, grazie per il vostro commento! Io non avevo mai pensato a Frankenstein come metafora del bollo! E’ molto interessante!!! Bravi!!!
Questo libro mi ha colpito per il fatto che questo “MOSTRO” è stato creato in laboratorio con un intelligenza pari ad eguagliare e superare l’ intelligenza di Einstein a differenza di un essere umano. Riesce a scappare , quindi , sopravvivere da solo in un posto nuovo che non conosce . Mi è piaciuto tanto . 🙂
W i mostri (poveri cari)!
È un libro fantastico, uno di quelli che mi è piaciuto di più. Il messaggio del libro è chiaro: non giudicare la persone dall aspetto; questo è cio che capita al mostro durante tutta la sua vita, la gente lo disprezza, prova orrore soltanto nel guardarlo e cio porta solo rabbia,rancore, voglia di vendetta verso frankestein. La bravura della scrittrice riesce sta nel riuscire a far provare al lettore cio che accade: si riesce benissimo.a comprendere il dolore del mostro. Il libro nel complesso ha un finale avvincente e un chiarissimo messaggio.
È un libro fantastico, uno di quelli che mi è piaciuto di più. Il messaggio del libro è chiaro: non giudicare la persone dall aspetto; questo è cio che capita al mostro durante tutta la sua vita, la gente lo disprezza, prova orrore soltanto nel guardarlo e cio porta solo rabbia,rancore, voglia di vendetta verso frankestein. La bravura della scrittrice riesce sta nel riuscire a far provare al lettore cio che accade: si riesce benissimo.a comprendere il dolore del mostro. Il libro nel complesso ha un finale avvincente e un chiarissimo messaggio.
Un libro stratosferico perché riesce ad inserire elementi fantastici nella vita di tutti i giorni. La scrittrice ( Mery Shelley) ha voluto comunicare la diversità delle persone e a non giudicarle per il loro aspetto. Il dottor Frankenstein ci ha fatto capire la solitudine di alcune persone che sono poi disposte a tutto pur di avere un amico. Il libro ci ha fatto riflettere su come una persona reagisce ai diversi comportamenti delle persone.