Ogni anno, a Natale, leggo o rileggo un classico della letteratura per ragazzi. Quest’anno è stata la volta di Il giro del mondo in 80 giorni, il più famoso romanzo di avventure di Jules Verne.
Scritto nel 1873, pubblicato per la prima volta in italiano l’anno successivo, è stato adattato tantissime volte per il cinema e la televisione, senza contare i film di animazione e i videogiochi che ne sono stati tratti.
Forse non tutti sanno che il racconto di Verne ispirò alcuni viaggiatori a organizzare vere e proprie circumnavigazioni del globo, a imitazione di quella del protagonista, spesso imponendosi le stesse limitazioni a cui il gentiluomo ottocentesco doveva sottostare.
Nel 2015 cinque ragazzi italiani hanno compiuto lo stesso identico viaggio di Phileas Fogg: partiti dal Reform Club di Londra il 2 ottobre, sono tornati al punto di partenza il 21 dicembre, dopo aver compiuto il giro del mondo e aver fatto tappa a Parigi, Torino, Atene, Cairo, Alessandria d’Egitto, Dubai, Mumbai, Calcutta, Hong Kong, Manila, Tokyo, Honolulu, San Francisco, New York e Dublino.
Il riassunto
Il 2 ottobre 1872, Phileas Fogg, un gentiluomo londinese riservato e metodico, dopo aver licenziato il servitore per aver sbagliato di due gradi la temperatura dell’acqua per la barba, prende al suo servizio Jean Passepartout, un francese di circa trent’anni.
La scommessa
Più tardi, all’esclusivo Reform Club, di cui è socio e che ogni giorno raggiunge a piedi facendo sempre esattamente 1.151 passi, Fogg intavola una discussione su un articolo del Daily Telegraph in cui è scritto che, grazie all’apertura della nuova linea ferroviaria Bombay-Calcutta, è possibile fare il giro intorno al mondo in 80 giorni.
I suoi amici – l’ingegnere Stuart, i banchieri Sullivan e Fallentin, il fabbricante di birra Flanagan e Sir Ralph, un alto funzionario della Banca d’Inghilterra – mettono in dubbio che sia davvero possibile percorrere il globo in meno di tre mesi, così Fogg scommette 20.000 sterline che riuscirà a completare il giro del mondo in 80 giorni, cioè 1.900 ore o 115.200 minuti.
Quella sera stessa il nobile e altero Fogg parte, portando con sé un contrariato Passepartout e una borsa con 20.000 sterline per le necessità del viaggio. Lasciata Londra col treno delle 20:45 dovrà presentarsi al Reform Club alle 20:45 di sabato 21 dicembre, cioè 80 giorni dopo.
La partenza
Fogg e Passepartout raggiungono in treno Brindisi, dove si imbarcano sul piroscafo Mongolia diretto a Suez.
Dopo una settimana di viaggio, in perfetta tabella di marcia, i due arrivano nel porto egiziano e Fogg viene messo sotto osservazione da un detective – l’ispettore Fix – in missione per conto di Scotland Yard per catturare il ladro che giorni prima aveva rubato 20.000 sterline alla Banca d’Inghilterra. Slanciato, elegante, biondo, Fogg corrisponde perfettamente alla descrizione del ladro e Fix decide di seguirlo, imbarcandosi sulla nave diretta a Bombay. Durante il viaggio, l’ispettore fa amicizia con Passepartout per strappargli informazioni sul suo padrone. L’ingenuo domestico conferma che Fogg ha con sé 20.000 sterline che spende in lungo e in largo!
Arrivati a Bombay il 20 ottobre, Passepartout è inviato in città dal padrone per fare alcune compere, ma, incuriosito dalla musica che proviene da una pagoda (un tempio induista), entra distrattamente con calze e scarpe e commette, anche se involontariamente, una grave profanazione. Non solo viene malmenato dai sacerdoti e perde le scarpe, ma l’ispettore Fix gira a suo vantaggio questa disavventura e convince le autorità locali a intervenire.
Fogg e Passepartout riescono comunque a prendere in orario il treno per Calcutta. Il terzo giorno, scoprono però che, a differenza di quanto scritto sul Daily Telegraph, la costruzione della ferrovia non è ancora completa. Fogg, Passepartout e il generale Cromarty, loro compagno di viaggio, sono quindi obbligati a proseguire cavalcando un elefante, che Fogg acquista al prezzo strabiliante di 2.000 sterline.
L’incontro con Audà
Durante il viaggio attraverso la foresta, i tre e la loro guida parsi incrociano un funerale.
Il cornac spiega in cosa consiste la pratica funeraria sutty: la vedova del defunto viene arsa viva sulla pira sacrificale, perché senza il sostegno del marito i parenti superstiti le raserebbero la testa e la ripudierebbero. Ai tre la giovane donna non sembra certamente consenziente e oltretutto è ovvio che è stata drogata con l’oppio.
Visto che ha dodici ore di vantaggio sulla tabella di marcia, Fogg decide di salvarla. Così, la mattina seguente, seguita la processione fino al luogo della cerimonia, Passepartout si finge il fantasma del defunto e durante la cerimonia si alza dalla pira, spaventa i sacerdoti e fugge tenendo la donna in braccio.
I tre riprendono il viaggio, insieme alla giovane Audà, figlia di ricchi commercianti di Bombay che aveva ricevuto un’educazione occidentale ed era stata costretta a sposare un vecchio rajah. A Calcutta li attende il Rangoon, il piroscafo che in dieci o undici giorni li avrebbe portati a Hong Kong, dove vive un lontano parente di Audà, che avrebbe potuto darle protezione.
A Calcutta, intanto, è arrivato anche Fix, che ha nel frattempo convinto le autorità locali a imprigionare Fogg e Passepartout per la vicenda della pagoda. Il piano di Fix – trattenere in prigione Fogg il tempo sufficiente a ottenere un mandato di cattura internazionale – fallisce, perché Fogg paga la cauzione di 2.000 steriline e raggiunge in tempo il molo per imbarcarsi. Ancora una volta Fix è costretto a inseguire la sua preda!
L’estremo Oriente
Il Rangoon arriva a Hong Kong con quasi ventiquattro ore di ritardo a causa di una terribile burrasca, ma ancora una volta la fortuna è dalla parte di Fogg: il Carnatic, la nave per Tokio, aveva avuto un guasto e aveva dovuto rimandare la partenza di un giorno. Purtroppo per Audà, invece, il parente presso il quale la giovane doveva recarsi si era nel frattempo trasferito in Europa. Fogg decide di portarla con sé e di pagarle il viaggio fino a Londra.
Nel frattempo Fix cerca un altro modo di incastrare Fogg: dopo aver rivelato a Passepartout di essere un investigatore e di essere sicuro che Fogg è un ladro, lo fa ubriacare e gli fa assumere oppio in una fumeria. La mattina seguente Passepartout non si presenta al molo e Fogg perde il Carnatic.
Per un notevole compenso, Fogg assolda il battello del capitano Bunsby perché lo porti a Shanghai, dove si imbarca sul Generale Grant diretto a Tokio.
Giunti a Tokio la mattina del 14 novembre, Fogg e Audà ritrovano Passepartout che aveva viaggiato col Circo Acrobatico Cinese. Alle 18.30 i tre ripartono per San Francisco, sempre inseguiti da Fix, che nel frattempo ha ottenuto un mandato di cattura valido solo per il territorio inglese.
Negli Stati Uniti
Il 3 dicembre il Generale Grant fa il suo ingresso nella baia di San Francisco. Fogg annota sul suo diario di essere in perfetta tabella di marcia, nonostante gli intoppi.
Alle 18 i tre prendono il treno che attraversa gli Stati Uniti per 4.000 km. e che li porterà a New York. Alle Montagne Rocciose si verifica il primo inghippo: il treno scampa miracolosamente al crollo di un ponte. Poco dopo il treno è attaccato dagli indiani Sioux e Passepartout viene catturato mentre si prodiga per salvare i passeggeri. Il treno non può fermare la sua corsa e Fogg senza indugi decide di scendere per cercare di salvare il suo servitore, aiutato da alcuni soldati.
Per recuperare il tempo perduto, Fogg ed i suoi compagni proseguono il viaggio nella pianura ghiacciata su una slitta a vela, con cui raggiungono Omaha appena in tempo per prendere il treno che attraversa l’Indiana, l’Ohio, la Pennsylvania e il New Jersey. Audà rifiuta di proseguire il viaggio con maggiore comodità, dimostrando grande spirito di adattamento e un attaccamento speciale a Fogg. All’arrivo a New York scoprono che il piroscafo China diretto a Liverpool è partito da 45 minuti ma Fogg non si scompone.
Sulla via del ritorno
Il giorno successivo Fogg inizia a cercare una nave per attraversare l’Oceano Atlantico e si imbatte in un bastimento commerciale, l’Henrietta, con destinazione Bordeaux. Il capitano della nave, in cambio di 8.000 dollari, accetta di imbarcare Fogg, Audà, Passepartout e l’immancabile Fix ma si rifiuta categoricamente di portarli a Liverpool.
Durante la traversata, corrotti i marinai, Fogg imprigiona il capitano in cabina e fa rotta verso Liverpool. Navigando a tutta velocità, l’Henrietta esaurisce il combustibile in pochi giorni e Fogg è costretto a comprare a caro prezzo il bastimento per poterne bruciare le parti di legno e mantenere le caldaie sotto pressione.
Riescono così ad arrivare fortunosamente fino a Liverpool parecchie ore prima della scadenza, più che sufficienti a raggiungere Londra in treno. Tuttavia, una volta sbarcato sul suolo britannico, Fix esibisce il mandato di arresto ed incarcera Fogg.
In carcere, Fogg realizza non solo di aver perso la scommessa ma di aver dilapidato tutto il suo patrimonio. Audà è disperata. Passepartout, invece, è in preda al rimorso per non aver saputo proteggere il suo padrone.
Improvvisamente Fix irrompe in carcere e ordina di liberare Fogg, dato che il vero ladro era stato catturato tre giorni prima. Fogg, dopo aver sferrato un pugno a Fix, corre con i suoi due compagni alla stazione di Liverpool dove prendono un treno che arriva alla stazione di Londra con cinque minuti di ritardo rispetto alla scadenza della scommessa! Non essendoci motivo per andare al Reform Club, Fogg ordina a una carrozza di portarlo a casa, al numero 7 di Saville Road.
La fine della storia
Il giorno seguente, il gentiluomo si scusa con Audà per averla portata con sé, dato che ormai, avendo speso per il viaggio quasi 20.000 sterline e dovendo pagarne altre 20.000 per la scommessa persa, sarebbe stato un uomo povero e, pur volendo, non avrebbe potuto aiutarla. Audà confessa a Fogg di amarlo comunque e il nobiluomo confessa di contraccambiare i sentimenti e le chiede di sposarlo.
Fogg invia Passepartout dal sacerdote per fissare le nozze per l’indomani. Giunto in chiesa, Passepartout scopre di aver sbagliato i calcoli sulla data: mentre tutti credevano che fosse domenica 22 dicembre, in realtà era ancora sabato 21 perché, viaggiando da ovest verso est, al termine del loro viaggio intorno al mondo avevano annullato 24 fusi orari e guadagnato un giorno intero!
Passepartout corre a casa, racconta tutto a Fogg, che di corsa si reca al Reform Club, dove giunge mentre l’orologio della sala batte i rintocchi delle 8.45, appena in tempo per reclamare la vincita.
Avendo speso 19.000 sterline per il viaggio e avendone vinte 20.000, Fogg divide le 1.000 sterline guadagnate con Fix, al quale non serba rancore, e con l’onesto Passepartout.
La mia recensione
Il romanzo è bellissimo, di avventure ce ne sono fin che volete, ma in edizione originale è davvero troppo troppo lungo. Davvero crediamo che un ragazzo abbia voglia di leggere una storia di più di 300 pagine, oltretutto ad ambientazione storica? Vi dico la verità: non me la sento nemmeno io.
Se anche voi, come me, non ve la sentite di affrontare la lettura integrale e preferite l’edizione ridotta, vi consiglio quella inserita nella collana Raccontami di Biancoenero edizioni o quella della collana Per tutti di Lattes. Entrambe rispondono a criteri di alta leggibilità, cioè:
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In allegato troverete anche l’audio-libro. La voce narrante dell’edizione Biancoenero è quella, meravigliosa, di Pierfrancesco Poggi.
La scheda editoriale
- Titolo: “Il giro del mondo in 80 giorni“
- Autore: Jules Verne
- Casa editrice: Biancoenero edizioni
- Età di lettura: dagli 11 anni
- Consiglio di lettura: Per chi vuole viaggiare con la fantasia attraverso 5 continenti
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Si tratta di 15 podcast da 15 minuti l’uno da scaricare gratuitamente o, in alternativa, da ascoltare in streaming.