Se devo scegliere un libro, il libro, scelgo senz’altro L’Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson. Perché è pieno di vento, di immaginazione, di avventura, d’infanzia.
Ma quanto c’aveva ragione Antonio Tabucchi? Il fatto è che ne’ L’isola del tesoro (Treasure Island) c’è tutto, ma proprio tutto-tutto quello che ci deve essere in un romanzo di avventura per ragazzi.
Il riassunto di “L’isola del tesoro”
Siamo nella baia del porto di Bristol, in Inghilterra, in un anno imprecisato del Settecento, il secolo d’oro della pirateria. Jim Hawkins, quattordici anni, vive nella locanda Ammiraglio Bembow che è gestita dai suoi genitori.
Il misterioso baule
Un giorno, arriva alla locanda un omaccione alto e abbronzato, con una lunga cicatrice bianca in viso e un codino che gli cade sulla spalla. La sua giacca blu è trasandata e le mani e le unghie sono sudice. Non rivela il suo nome, ma dice di voler essere chiamato Il Capitano e di avere bisogno di un alloggio.
Con fare misterioso, chiede a Jim di portare in camera il suo baule e di avvisarlo nel caso in cui veda altri uomini di mare avvicinarsi alla locanda.
Irascibile e violento, soprattutto quando beve, il capitano canticchia sempre una ballata da marinai – “Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho e una bottiglia di rum per conforto!” – e racconta terribili storie di mare, impiccagioni e uragani.
Molti mesi dopo il suo arrivo, una mattina di pieno inverno, si presenta alla locanda un uomo senza due dita e con un pugnale legato in cintura. Cerca il capitano Billy Bones e, non appena lo vede, scoppia tra i due una lite furibonda. Sedie e tavoli si rovesciano, l’uomo estrae il pugnale, ma il capitano riesce a disarmarlo, a ferirlo e a metterlo in fuga.
La mappa dell’isola del tesoro
Rimasto solo con Jim, il capitano gli racconta la sua storia. Dice di essere stato un marinaio al servizio del famigerato pirata Flint e di aver ricevuto da lui stesso in punto di morte la mappa dell’isola in cui aveva nascosto il suo tesoro, frutto di una vita di scorribande e arrembaggi. Da quel momento, gli altri uomini dell’equipaggio gli danno la caccia. Cane Nero, il pirata che lo ha assalito, era uno di loro e certamente ne sarebbero arrivati altri per consegnargli la macchia nera, cioè l’ultimo avvertimento prima della condanna a morte.
Il giorno successivo la locanda è funestata dalla morte del padre di Jim, già malato da tempo. Neanche fatto in tempo a seppellirlo ed ecco che arriva alla locanda un forestiero. Alto e gobbo, avvolto in un pesante mantello scuro, dal modo di camminare e dal bastone a cui si appoggia Jim capisce che è cieco. E’ Pew, il messaggero che consegna al capitano la macchia nera con su scritto “Alle 10 in punto” per poi dileguarsi velocemente. Billy Bones, già minato dall’alcol, non regge allo spavento e muore d’infarto.
Quando Jim e la madre aprono il forziere per prendere i soldi dell’affitto, vi trovano dei dobloni d’oro, un diario di bordo e la mappa di un’isola misteriosa. Temendo il peggio, abbandonano la locanda, appena in tempo per salvarsi dalla furia dei pirati.
Lasciata la madre a casa di brave persone, Jim si reca dal dottor Livesey e dal conte Trelawney per mostrare loro la mappa. Immediatamente i due uomini capiscono che si tratta della mappa originale di Flint, si propongono di aiutare Jim a recuperare il tesoro e organizzano una spedizione.
L’Hispaniola e la partenza
Il conte compra e allestisce un’imbarcazione, l’Hispaniola, assolda il capitano Smollett e una ciurma di marinai, che altro non sono che i pirati di Flint sotto mentite spoglie. Tra loro spicca Long John Silver, che viene assunto come cuoco di bordo.
Alla guida di Smollett, l’Hispaniola salpa presto alla volta dei Caraibi. Durante la navigazione Jim, nascosto in un barile di mele, scopre che Long John Silver sta organizzando un ammutinamento per uccidere lui, il conte, il dottore e Smollett, impadronirsi della nave e mettere le grinfie sul tesoro.
L’approdo sull’isola del tesoro
Mentre Jim vuota il sacco con i suoi amici, ecco che l’Hispaniola arriva all’isola del tesoro. Smollett ha in mente un piano: dare la libera uscita ai marinai, ancorare la nave in una baia riparata e attaccare per primo i pirati, utilizzando le munizioni stoccate sotto la sua cabina. Jim però sbarca con i pirati e li scruta da lontano. Vede Long John Silver uccidere un marinaio che ha rifiutato di ribellarsi e incontra Ben Gunn, anche lui un ex della ciurma di Flint, che racconta di essere abbandonato sull’isola tre anni prima e offre il suo aiuto in cambio della salvezza.
Lasciato Ben, Jim raggiunge Smollett, Livesey, Trelawney e un pugno di compagni, che nel frattempo si sono rifugiati in un vecchio fortino costruito sull’isola da Flint. Silver e i suoi uomini prendono possesso dell’Hispaniola, issano sull’albero maestro il Jolly Roger – la bandiera nera con il teschio – e attaccano il fortino. Durante il cannoneggiamento Tom Redruth, un servo del conte, è colpito a morte.
Il mattino seguente, inaspettatamente, Silver si presenta al fortino sventolando bandiera bianca e chiedendo una tregua. Smollet si rifiuta di trattare e Long John torna sulla spiaggia, dove lo attende la ciurma.
Un’esperienza sconvolgente
Mentre i suoi compagni si preparano a reggere l’assalto, Jim esce di soppiatto dal fortino e, con una zattera costruita da Ben, arriva alla Hispaniola e taglia la cima per far andare la nave deriva, sottraendola così al controllo di Long John Silver. Salito sulla nave, Jim trova a bordo un pirata morto e uno ferito gravemente. Quest’ultimo è Israel Hands, uno dei migliori pirati assoldati per la missione. Israel prima aiuta Jim a governare la nave in cambio di cure, poi tenta di pugnalarlo. Alla fine Jim deve ucciderlo, e questa esperienza lo sconvolge.
Jim riesce a fare arenare l’Hispaniola su una spiaggia a nord dell’isola e torna al fortino, che trova occupato dai pirati. Long John lo fa prigioniero e gli mostra di essere in possesso della mappa e del diario di bordo. Silver salva il ragazzo dalla ciurma che vorrebbe giustiziarlo all’istante e gli propone un patto: lui lo salverà dall’ira dei pirati e Jim, quando tutta la faccenda sarà finita, lo salverà dalla forca che attende gli ammutinati.
Durante la notte Long John stronca la rivolta dei pirati, che lo avevano accusato di tradimento e gli avevano consegnato la macchia nera.
Il mattino seguente il dottor Livesey, come ogni giorno, arriva al fortino a curare i feriti. Long John gli consente di avere un colloquio privato con Jim, il quale gli racconta di aver messo al sicuro l’Hispaniola e gli dice di non voler tradire la parola data a Long John: resterà con lui finché non avrà trovato il tesoro di Flint.
Alla ricerca del tesoro
Il dottore torna nella foresta e i pirati partono in direzione del Monte Cannocchiale, trascinandosi dietro Jim legato come un orso ballerino.
Arrivati a un grande albero presso il versante sud-est del monte, trovano uno scheletro umano vestito di brandelli di panno blu e sistemato in una strana posizione: le braccia sollevate e dritte sembrano indicare una direzione. “E’ l’ago della nostra bussola” commenta Silver. I pirati scoprono che Flint aveva nascosto il tesoro sull’isola servendosi di sei uomini, ma era tornato solo, perché li aveva uccisi uno a uno in modo da non dover spartire il bottino. Nella foresta qualcuno si diverte a cantare “Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho e una bottiglia di rum per conforto!” e gli uomini pensano che si tratti del fantasma di Flint. Il gruppo prosegue di gran carriera fino al luogo in cui è sepolto il tesoro, ma giunti a uno spiazzo con tre alberi enormi, i pirati restano di sasso: sotto gli alberi c’è una buca profonda con una pala e piccone sul fondo ma del tesoro nessuna traccia. Gli ammutinati vogliono uccidere Silver e Jim, ma l’intervento di Livesey, Abraham Gray e Ben Gunn li sbaraglia: due pirati vengono uccisi, tre fuggono.
Mentre il gruppetto torna alla caverna di Ben Gunn, il dottor Livesey spiega a Silver come sono andate le cose: negli anni in cui era stato abbandonato sull’isola, Ben Gunn aveva trovato il tesoro, aveva recuperato le casse di Flint e le aveva nascoste nella sua grotta.
Il ritorno a casa
Jim e i compagni caricano il tesoro sulla Hispaniola e salpano al più presto, lasciando sull’isola i tre pirati superstiti e portando con sé Long John Silver. Dei ventisette uomini salpati con l’Hispaniola solo in cinque tornano a casa.
La nave fa tappa in Sud America per assoldare un nuovo equipaggio e affrontare la traversata dell’Oceano Atlantico in direzione dell’Inghilterra. Approdati al primo porto, Silver fugge con una parte del bottino e nessuno lo vedrà mai più.
I superstiti utilizzano la loro parte di bottino in modo folle o saggio, secondo il loro carattere. Il conte e il dottore diventano ancor più ricchi. Smollet si ritira a vita privata. Abraham Gray compra una nave e diventa capitano. Ben Gunn sperpera tutto in tre settimane.
Dal canto suo, Jim non tornerà mai più sull’isola del tesoro.
La recensione di “L’isola del tesoro”
Come vi dicevo all’inizio del post ne’ L’isola del tesoro c’è tutto quello che ci aspettiamo da un romanzo di avventure per ragazzi: un ragazzo che ha voglia di evadere dalla vita ordinaria, una mappa del tesoro con la X che indica il punto in cui scavare, una nave dal nome evocativo, un equipaggio di pirati con tanto di cappello, gambe di legno, anelli d’oro ai lobi, un’isola deserta, un naufrago, un fortino abbandonato e poi ancora il mare dei Tropici, un pappagallo parlante, la sabbia rovente, il sole accecante, il vento, le vele spiegate e il cannocchiale d’ottone.
A parte le avventure, c’è anche una storia attorno alla storia: riguarda l’origine del romanzo. Immaginiamo di tornare al 1883. Un giorno il figlio adottivo di Stevenson dipinse la mappa di un’isola del tesoro e mostrandogliela disse: “Come sarebbe bello un libro che raccontasse la storia di quest’isola!” Il patrigno lo accontentò e sappiamo come è andata a finire.
La versione integrale è più di 250 pagine. Vi consiglio, come sempre quando si tratta di classici ottocenteschi, di proporre ai ragazzi una versione ridotta e tradotta in italiano corrente, se possibile corredata da un audiolibro.
Un’edizione che fa al caso quella di Biancoenero nella collana ad alta leggibilità Raccontami, titoli che garantiscono l’accessibilità a chi ha specifiche difficoltà di lettura – come i dislessici – e, in generale, rendono più agevole la lettura di tutti. Il libro è corredato dal cd-audio che supporta o sostituisce la lettura.
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La scheda editoriale
- Titolo: “L’isola del tesoro“
- Autore: Robert Louis Stevenson
- Casa editrice: Biancoenero
- Età di lettura: dagli 11 anni
- Consigli di lettura: per chi vuole leggere il più famoso romanzo di avventure in mare per ragazzi.
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