La notte in cui la guerra si fermò di James Riordan racconta quello che successe nella notte di Natale del 1914. Sia il titolo originale (When the guns fall silent) che il titolo scelto per la traduzione italiana suggeriscono il motivo per cui il 24 dicembre 1914 fu una notte così speciale per i ragazzi nati nel 1899 o giù di lì. Ma per comprenderne bene la ragione, bisogna fare un passo indietro.
A dicembre del 1914 la Prima Guerra Mondiale era iniziata da pochi mesi, ma aveva già provocato moltissime perdite sia nell’esercito tedesco che in quello inglese e fiaccato lo spirito dei superstiti. La Vigilia di Natale, al tramonto, nelle trincee del fronte occidentale venne dichiarata una tregua, decisa non dagli stati maggiori degli eserciti ma dai soldati semplici. Giovani inglesi e tedeschi uscirono allo scoperto nella terra di nessuno, cantarono canti natalizi, celebrarono cerimonie religiose, seppellirono i morti e decisero di giocare una partita di pallone.
L’episodio preoccupò a tal punto le alte sfere, che gli ufficiali più alti in grado presenti su quel campo vennero fucilati e perfino il ricordo di quella notte venne cancellato. Per molti ragazzi, sia inglesi che tedeschi, quel Natale fu l’ultimo.
Il riassunto di “La notte in cui la guerra si fermò” di James Riordan
Jack Loveless, Harry Newell e Freddie Feltham non hanno nemmeno diciassette anni e vivono a Portsmouth, nella contea dell’Hampshire, sulla costa meridionale dell’Inghilterra.
Abitano nello stesso quartiere, frequentano la stessa scuola, sognano di entrare a far parte della gloriosa squadra di calcio della loro città. E’ però il 1914 ed è appena scoppiata la Prima Guerra Mondiale; l’annuncio lo ha dato il preside stesso, proprio l’ultimo giorno dell’anno scolastico. Tra i giovanissimi c’è grande euforia: la guerra sembra un’avventura, un appuntamento con la Storia da non perdere assolutamente.
Senza nemmeno sapere come, i tre si arruolano come volontari nel 15° Reggimento Hampshire, vengono addestrati e spediti al fronte occidentale, ignari dell’inferno che li attende.
Così, insieme a Jack, Harry e Freddie, i lettori vengono catapultati in prima linea e, grazie alla voce dei protagonisti, conoscono la vita di trincea e rivivono le condizioni disumane dei soldati al fronte.
A rendere tutto più verosimile e realistico ci sono le lettere che Jack scrive alla sorella Floss e le risposte di Floss che descrive la vita quotidiana di chi è rimasto a casa, dove le donne svolgono mestieri che mai avrebbero immaginato, ci si angoscia ogni volta che si riceve un telegramma e ci si arrangia come si può.
Attraverso gli occhi di Jack vediamo molti ragazzi sparire. Prima Freddie, gravemente ferito, che si toglie la vita sparandosi. Poi Harry, che muore dilaniato da una granata. Insieme a loro, altri uomini poco più che adolescenti, infilzati dalle baionette, disintegrati dalle palle di cannone, uccisi dalla mitraglia, giustiziati da un plotone di esecuzione.
Il racconto, così realistico nei particolari e nella durezza della realtà, si scioglie nelle ultime pagine, dove viene rievocata la tregua del Natale 1914, con la partita di calcio a squadre miste anglo-tedesche.
Una sola notte nel segno della condivisione e della fraternità col nemico, per poi riprendere la guerra già all’alba del giorno di Santo Stefano.
La recensione di “La notte in cui la guerra si fermò” di James Riordan
James Riordan ha scritto La notte in cui la guerra si fermò non solo per riportare alla luce un capitolo della storia d’Europa rimasto per anni in un cono d’ombra, ma soprattutto per ricordare i ragazzi che morirono nel conflitto.
Chi racconta la storia è uno dei protagonisti di quella incredibile notte, Jack Loveless, molti anni dopo la fine della guerra, quando insieme al nipote Perry visita il cimitero delle Fiandre in cui sono sepolti i suoi sfortunati commilitoni.
Non è difficile scorgere dietro la figura di Jack quella del soldato semplice James “Kit” Riordan (1881-1962), il nonno di Riordan a cui il libro è dedicato. Così come il Perry del racconto è Perry James Riordan, il nipote dello scrittore. Il libro è quindi una sorta di testimone che tramanda da una generazione all’altra il ricordo di questa notte straziante e commovente.
Ogni capitolo del libro è introdotto da brevi epigrafi di poeti e scrittori che vissero in prima persona l’orrore della Grande Guerra. Il primo capitolo si apre con In Flanders fields (Nei campi delle Fiandre) di John McCrae.
Riposto il bel book trailer realizzato da Giulia Amorati.
Chi lo desidera, può vedere anche il film Joyeux Noël. Una verità dimenticata dalla storia (2005), che racconta proprio l’episodio della tregua di Natale 1914.
La scheda editoriale
- Titolo: “La notte in cui la guerra si fermò“
- Autore: James Riordan
- Casa editrice: Mondadori
- Età di lettura: dagli 11 anni in su
- Consiglio di lettura: Per non dimenticasi mai cosa significhi fare la guerra.
Se volete leggere La notte in cui la guerra si fermò di James Riordan potete cercarlo sugli scaffali delle biblioteche pubbliche. Se siete utenti MLOL potete scaricare l’ebook gratuitamente per 14 giorni.
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Questo libro, è molto coinvolgente e interessante. Parla in modo specifico delle orripilanti situazione dei soldati in trincea e dell’odio del popolo per un nemico (persone uguali a loro ma viste sotto un occhio diverso “grazie” alla stampa. Questo a conferma che dei soldati sono stati in grado di festeggiare un Natale con i loro “nemici”. La ciliegina sulla torta sono le poesie sulla guerra, molto interessanti, poste all’inizio di ogni capitolo.
Questo libro parla molto chiaramente della situazione della prima guerra mondiale e, oltre alla terribile situazione vissuta dai soldati nelle trincee, si capisce anche il modo di pensare dei due schieramenti, e di come oggi la guerra viene fraintesa come qualcosa di eccitante. Ci si immedesima molto e si capisce che a volere la guerra non sono mai i soldati quanto le persone di alto rango come generali e capi di stato perché i soldati delle due fazioni hanno socializzato senza problemi.
Non ho molto da dire su questo libro perchè non mi è particolarmente piaciuto. Ma trovo bello il modo in cui l’autore sia riuscito a fare i collegamenti con il passato e a descrivere cosi bene la situazione della guerra.
se devo essere sincero questo libro non mi è ne piaciuto ne mi ha fatto schifo. per essere più preciso non mi he piaciuto l’argomento ma mi è piaciuto il modo in qui è stato raccontato. per me è stata una lettura molto interessante
a me questo libro mi è piaciuto molto perchè parla della prima guerra mondiale in cui la notte di Natale si è fermata la guerra e hanno cenato tutti insieme la sera di Natale anche se il giorno dopo si sono rimessi di nuovo in guerra ma solo quella sera hanno cenato tutti insieme perchè è la festività più importante e più bella dell’anno.e consiglio molto la lettura di questo libro perchè si collega anche a storia
Mi è piaciuto questo libro perché ho potuto capire meglio come vivevano i soldati nelle trincee e soprattutto perché anche durante la guerra, il Natale regala sempre una momento di magia e di pace.
lo scrittore è stato molto bravo ad usare un collegamento con il passato.
consiglio molto questo libro.
Penso sia stato molto bello
questo libro è tanta roba
E’ veramente impressionante come l’autore sia riuscito a descrivere così bene le condizioni e le sensazioni dei soldati nella prima guerra mondiale, bello e commovente dall’altro lato.
sono impressionanti le condizioni in cui i soldati si trovano al fronte e il dolore psicologico che devono affrontare, soprattutto se si pensa che molti sono poco più che adolescenti
Questo è un libro che ti fa capire come i soldati della prima guerra mondiale vivevano nelle trincee e come passavano un giorno come il Natale, secondo me lo scrittore è stato molto bravo a raccontare le sensazioni di un soldato.
Il libro parla della prima guerra mondiale mi sono piaciute molto le descrizioni e i racconti anche se il contenuto è spesso drammatico per il resto ho apprezzato molto la fine e il collegamento con il calcio, veramente consiglio vivamente questo libro
Per me il fatto che pure in un luogo così spaventoso come una trincea si possa festeggiare il Natale, mi ha stupito.
Ma soprattutto, ho capito in che situazioni pessime vivevano nelle trincee, come le bestie. Ciò fa capire quanto le guerre siano tremende.
io ho appena finito di leggerlo e a quanto pare non è Harry che muore, ma bensì jack, lo specifica anche nel libro e tu hai scritto il contrario. O sono io che ho compreso male il testo o sei tu che per sbaglio hai scritto male. Rispondimi appena puoi che sono un po’ confuso e domani lo devo esporre in classe e vorrei evitare di fare brutte figure, grazie.
Ciao Fortunato, io ho letto il libro qualche anno fa ma mi sembra di ricordare che Jack sopravvive, tanto che racconta a suo nipote Perry la vicenda di Harry proprio davanti alla sua tomba. Io non ho il libro sottomano al momento, ma stasera controllo senz’altro e nel caso rettifico il post. In ogni caso grazie per il tuo commento e in bocca al lupo per domani!
Ciao Fortunato, ho verificato e ti confermo che il riassunto è corretto. Ho aggiunto i cognomi dei protagonisti, in modo da togliere tutti i dubbi! Ancora grazie del tuo commento e in bocca al lupo per domani!
Lo scrittore, secondo me, è stato molto bravo a creare un collegamento con il passato attraverso i ricordi del protagonista che gli riaffiorano nella memoria alla vista di un signore anziano, un ex soldato tedesco che aveva incontrato la notte di Natale del 1914. A parer mio questo é un libro molto bello perché ti aiuta ad immedesimarti nei soldati di quel’epoca: come vivevano in trincea e le loro sensazioni, sogni e paure. L’ho trovato molto coinvolgente perchè mentre leggevo mi sembrava di essere nelle trincee.