Nel 1989 la casa editrice Penguin pubblicò “In the Eyes of Mr Fury” di Philip Ridley, romanziere, drammaturgo e regista inglese allora ventiquattrenne, che con le sue storie aveva saputo cogliere le esigenze e interpretare il gusto degli adolescenti della fine degli anni ’80.

In ritardo sull’edizione inglese, cinque anni dopo il romanzo di Ridley sbarcò in Italia grazie al fiuto della Mondadori, che lo propose nella mitica collana Supertrend nella traduzione di Cecilia Veronese col titolo di “Gli occhi di Mr Fury”.

La copertina era onirica e surreale, con un taglio diagonale che parlava al lettore di elementi in bilico, di divisioni, di un “prima” e di un “dopo”. Nel 1997 sempre la Mondadori ripubblicò il romanzo, ancora nella collana Supertrend, questa volta con una copertina più banale, che ammicca al giallo e al thriller, con due occhi azzurri modello Diabolik che spiccano da uno sfondo nero con bordo giallo.

L’ultima ristampa risale al 2004 ed è l’edizione Mondadori negli Oscar Piccola Biblioteca, graficamente da dimenticare. E’ l’edizione che ho letto io perché da allora il romanzo non è stato più ristampato ed è un vero peccato perché la storia di Ridley è un capolavoro, che andrebbe riscoperto e fatto riscoprire.

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Di cosa parla “Gli occhi di Mr Fury”? Difficile riassumerlo in poche parole, perché è un libro scorrevole e di lettura semplice, ma con un intreccio complesso che unisce le storie di personaggi che vivono in epoche diverse, con continui rimandi tra il passato e il presente, con ricostruzioni dei fatti diverse a seconda di chi racconta, con buchi e sospensioni, e mille cose non dette e illazioni e congetture.

Parla di morte, certamente, e ce ne accorgiamo fin dall’incipit, ma parla anche del suo opposto che è la Vita, quella con la V maiuscola, che porta in sé amicizia e invidia, verità e menzogna, coraggio e paura, desideri e responsabilità. E che porta con sé soprattutto la magia più grande, che è l’Amore.

“Quando nasciamo siamo magici. Veniamo al mondo ancora scintillanti e ciechi, custodendo i segreti che ci hanno sussurrato le stelle. Nel grembo materno, le cellule nuotano dentro e fuori dai nostri occhi, simili a piccole comete. Ci raccontano storie, le leggende delle cose, nomi, cosicché, quando usciamo dalla nostra bolla siamo già dei maghi. Piangiamo non per dolore o per paura, ma per lo stupore suscitato da tutti i miracoli che effettueremo. E il più grande di questi miracoli, la più potente di tutte le magie, è l’amore. Quando nasciamo abbiamo la capacità di amare; di amare e di essere amati. Concepiti nell’amore, respiriamo amore, come prima respiravamo sangue. Questo amore brilla intorno alla nostra testa come un’aureola di girini. Questo amore, entrando dai nostri occhi, affina la nostra vista, viaggia nella nostra mente, ci dà conoscenza, ci protegge e ci circonda. Allora sappiamo che il nostro pellegrinaggio è già cominciato. La magia, per sua natura, cerca altra magia e la nostra vita diventa un viaggio per porre fine alla solitudine”.

Il riassunto di “Gli occhi di Mr Fury” di Philip Ridley

Concord Webster compie diciotto anni ma la sua festa di compleanno è rovinata da uno sciame di mosche fastidiose, insistenti che insidiano la sua torta. Sembrano uscire dalla casa del vicino, Judge Martin, che gli abitanti della strada chiamano il Diavolo. Solitario, misantropo, dall’aspetto ripugnante, il Diavolo vive barricato nell’Ade, una casa dalle finestre sbarrate, e si dice che abbia commesso le peggiori nefandezze. Alcuni dicono che abbia perfino rubato un bambino, che non è mai stato ritrovato.

La madre di Connie, Faith Niven, ha sempre detestato Judge e non perde occasione di maledirlo a voce alta e di mettere in guardia chiunque si avvicini all’Ade. Il fatto che ora escano delle mosche dalla casa del Diavolo sembra non interessarle, finché la vecchia Mama Zep non bussa alla porta e le chiede le chiavi dell’Ade, per andare a vedere cosa è successo al vecchio Judge.

Mama Zap si porta dietro Connie e insieme trovano il corpo nudo e ormai putrefatto di Judge, morto con la gola squarciata. La notizia passa veloce di bocca in bocca e in strada si raduna un nugolo di persone. Anche Faith viene a sapere della morte del suo antico nemico e, inspiegabilmente, cade in uno stato di prostrazione profonda. Rifiuta il cibo, non vuole vedere nessuno, non esce dalla camera da letto, alterna momenti di apatia a scatti di ira violenta.

Perché Faith, che ha sempre detestato Judge, possiede le chiavi dell’Ade? Furono forse amanti, in un qualche momento del passato?

Mama Zap sembra avere tutte le risposte. Racconta che prima di diventare un essere ripugnante Judge era stato un ragazzo bellissimo e dolcissimo. Cosa lo aveva trasformato tanto profondamente? Cosa lo ha spinto a togliersi la vita? In un racconto in bilico tra verità e fantasia Mama Zap confida a Connie che proprio sua madre, Faith, aveva giocato un ruolo decisivo nella discesa di Judge verso gli abissi.

C’è una foto che spiega molte cose: nello scatto si vedono tre ragazze in primo piano, Faith, Petra Gerda e Rachel Sims, ritratte davanti alla casa di Judge. Dietro a una finestra del primo piano si intravede Judge stesso. Sul verso della foto, l’iscrizione “Per sempre amiche”. Ma che fine hanno fatto Petra e Rachel? E chi ha scattato la foto?

Connie inizia a scavare nel passato della madre, per ricostruire i pezzi della sua storia. Inizia così un lungo viaggio alla ricerca di sentimenti segreti e terribili violenze. Scoprirà che le chiavi dell’Ade che sua madre custodiva non aprono solo la casa di Judge, ma un mondo misterioso e crudele, dove i vivi e i morti sono uniti da passioni inconfessabili e dolori indicibili, da amori proibiti e odi insanabili.

Faith non era solo la migliore amica di Rachel, ma nutriva per lei un amore vero e profondo, che non avrebbe mai potuto essere legittimato dalla società del tempo. Faith e Rachel avevano fatto un patto: si sarebbero sposate con due bravi ragazzi e avrebbero vissuto in due case adiacenti, nella stessa via, e niente e nessuno avrebbe potuto dividerle. Nel caso di Rachel, il bravo ragazzo era Judge. All’improvviso arrivarono Petra e Steven Feather a scompigliare le carte in tavola, rispettivamente innamorati (e ricambiati) di Rachel e Judge.

Poteva Faith permettere di essere tagliata fuori? Poteva permettere di vedersi portare via Rachel? Certo che no, così mise in azione una vera e propria macchina del fango per liberarsi di Steven e Petra, prima, e di Judge poi.

Il viaggio nel passato della madre darà a Connie una nuova consapevolezza: lo porterà a conoscere meglio se stesso, sua madre e i suoi amici (Loverboy e Angel). A fare i conti con i propri desideri e le proprie paure, che hanno la forma incarnata di Cromwell Martin (il figlio di Judge). E a prendere decisioni importanti per il suo futuro, al di là dei pregiudizi sociali.

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La mia recensione

“Gli occhi di Mr Fury” è un romanzo di formazione e una storia di educazione sentimentale. Philip Ridley racconta una storia che denuncia l’inibizione dell’omosessualità e la discriminazione di chi è “diverso”, di chi è fuori norma, di chi si allontana dalla prassi.

Lo fa raccontando gli amori segreti di Judge e Steven e di Petra e Rachel, drammaticamente stroncati dai pregiudizi e dalle ipocrisie, e l’amore “a lieto fine” di Concord e Cromwell, che riesce a nascere e crescere a dispetto di una società che non è ancora pronta ad accettare la deviazione dai binari della “normalità”.

Il passato e il presente delle famiglie Webster e Martin si confondono continuamente e si influenzano. Gli errori della generazione precedente sembrano espandersi sul presente, ma la volontà e la capacità di Connie di scavare nel passato della sua famiglia (che è anche il suo) gli daranno una nuova consapevolezza e la forza di inseguire i propri desideri.

Certamente, durante il suo percorso di crescita Connie dovrà fare delle scelte, che implicano esclusioni. Dovrà rinunciare al rapporto col padre, che lo caccia di casa, e staccarsi dal suo migliore amico, che non riesce a compiere lo stesso cammino e si condanna a un infelice matrimonio di facciata per viltà o per ragioni di sopravvivenza.

Ma in fondo a tanto dolore troverà qualcosa che la maggior parte delle persone non trova nel corso di tutta la sua vita: un amore vero e innocente, magico e concreto al tempo stesso.

Incipit fulminante e dialoghi con ritmo, intensità, e di grande efficacia.

La scheda editoriale

  • Titolo: Gli occhi di Mr Fury
  • Autore: Philip Ridley
  • Traduttore: Cecilia Veronese
  • Casa editrice: Mondadori
  • Età di lettura: dagli 11 anni

“Gli occhi di Mr Fury” non è ristampato da anni. Su Amazon potete trovare qualcosa di usato. In casi come questo, bisogna proprio dire “Viva le biblioteche”!