Horrorstör è il secondo romanzo che leggo di Grady Hendrix, autore e giornalista, critico cinematografico e sceneggiatore americano iconico e ironico. L’ho comprato sull’onda dell’entusiasmo per Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe, un horror dalle sfumature thriller in cui ha rinnovato il tema dei vampiri, trapiantandolo nel sud degli Stati Uniti d’America, all’interno di un gruppo di lettura di signore perbene appassionate di true crime.
In Horrorstör Hendrix ha compiuto un’operazione simile: si è misurato col tema dei luoghi infestati e ne ha rinnovato l’ambientazione. Ad essere infestato dai fantasmi non è un vecchio maniero nobiliare, ma un magazzino di arredamento a basso costo, che non può non ricordarci l’Ikea (guardate la copertina e ditemi se non imita il catalogo d’acquisto).
Inoltre, se in Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe Hendrix usava la figura del vampiro per parlare di razzismo, classismo e patriarcato, in quest’opera utilizza l’idea dei fantasmi per ampliare il discorso e parlare dello sfruttamento e dell’alienazione dei dipendenti dei centri commerciali, della grande distribuzione, dei superstore…, ammantati della retorica della “grande famiglia” usata solo e soltanto per fare leva sugli acquirenti.
Copio l’incipit del romanzo, che è davvero la chiave per interpretare tutto quello che viene dopo:
Era l’alba e gli zombie arrancavano nel parcheggio, sciamando verso l’enorme scatolone beige sul lato opposto. Più tardi, sarebbero stati resuscitati da dosi massicce di Starbucks ma, per adesso, erano i morti a malapena viventi.
Le loro cause di morte erano svariate: postumi di sbornia, incubi, overdose di epiche sessioni di gaming online, ritmi circadiani interrotti dalla TV guardata fino a tarda notte, bambini che non smettevano di piangere, vicini che facevano festa fino alle quattro del mattino, cuori infranti, bollette non pagate, strade non prese, cani malati, figlie in missione, genitori infermi, abbuffate notturne di gelato.
Ma, ogni mattina, cinque giorni alla settimana (sette, durante le vacanze), si trascinavano qui, fino all’unica cosa nella loro vita che non cambiava mai, l’unica cosa su cui potevano contare, con la pioggia, con il sole, con la morte di un animale domestico o un divorzio: il lavoro.
Il riassunto di “Horrorstör”
Cleveland, Ohio. Amy è una giovane donna che non ha avuto tanto dalla vita e si barcamena tra i debiti che non riesce a saldare e la sensazione di non riuscire a dare un senso alla propria vita. All’infelicità di Amy contribuisce anche il lavoro da commessa nel superstore Orsk, un grande punto vendita di mobili e oggetti da arredamento a prezzi più competitivi rispetto all’Ikea. La mansione è ripetitiva, insoddisfacente, senza prospettive e l’ambiente lavorativo è ben diverso dalla “grande famiglia” di cui parla lo slogan pubblicitario affisso all’ingresso.
Nella speranza di non essere licenziata e poter ottenere un trasferimento, Amy accetta la richiesta del suo supervisore, Basil, di fermarsi oltre l’orario di chiusura del negozio per fare luce su alcuni eventi bizzarri che si stanno ripetendo con una frequenza anomala.
Basil vuole cogliere in flagrante il responsabile di alcuni episodi di danneggiamento che si verificano durante la notte: mobili fatti a pezzi, bicchieri in frantumi, divani letto sporcati, bagni vandalizzati. Senza contare i messaggi di aiuto che diversi addetti alle vendite ricevono via SMS da parte dello stesso numero privato.
Insieme a Basil e Amy si fermerà anche la collega Ruth Anne.
Del tutto inaspettatamente i tre scoprono nascosti all’interno del negozio altri due colleghi, Matt e Trinity, che sperano di filmare un fantasma con la loro videocamera per partecipare al reality show Ghost Bomb.
La situazione sembra tranquilla e sotto controllo, finché nei bagni Amy non avverte un odore nauseabondo e vede sugli specchi una strana scritta: ALVEARE, seguita da nomi e date.
Perlustrando il magazzino si imbattono in Carl, un senzatetto che confessa di approfittare dei divani in esposizione e dei bagni del negozio per dormire al riparo e lavarsi, ma giura di non essere responsabile delle manomissioni.
Durante i giri nei reparti Amy e Ruth Anne finiscono per perdersi, nonostante conoscano perfettamente la segnaletica del negozio. Il senso di spaesamento e claustrofobia aumenta quando in piena notte si spengono tutte le luci e il negozio piomba nell’oscurità assoluta.
Intanto le scritte nei bagni sono aumentate e Amy chiama i soccorsi, che sembrano non trovare il magazzino. Basil si propone di uscire in strada a cercarli. Intanto Trinity improvvisa una seduta spiritica durante la quale Carl viene posseduto dallo spirito di Josiah Worth.
I protagonisti scoprono così che il negozio Orsk è stato costruito sui resti del Cuyahoga Panopticon, un carcere sperimentale dalla forma circolare in cui i prigionieri erano costantemente osservati dai guardiani e costretti a svolgere mansioni ripetitive e assurde in modo da distoglierli da devianze e storture. Dopo anni di questo trattamento, secondo l’ex direttore, i prigionieri avrebbero ritrovato pensieri e comportamenti normali. Purtroppo, il Panopticon era stato chiuso dalle autorità prima della fine del processo di riprogrammazione e Worth aveva rinchiuso in bare e annegato i prigionieri superstiti. Ora il suo spirito era tornato dall’aldilà per riprendere i suoi esperimenti.
Detto ciò, Worth taglia la gola a Carl.
Basil ritorna e, inorridito dalla quantità di sangue, prima sospetta dei suoi colleghi poi si accorge che il corpo di Carl è scomparso e quindi decide di cercarlo. Durante l’ennesima esplorazione i cinque trovano l’accesso che conduce al vecchio carcere.
Qui cadono ben presto vittime di Worth che li sottopone agli stessi trattamenti crudeli a cui sottoponeva i prigionieri. Basil e Amy riescono a liberarsi e a tornare al magazzino e Amy riesce perfino a uscirne viva, ma quando si rende conto di essere l’unica speranza di salvezza degli altri rientra e tenta il tutto per tutto.
Da qui in poi, IL DELIRIO: Amy riesce a liberare Trinity, che però le sfugge. Non riesce, invece, a salvare Ruth Anne che si suicida, sopraffatta dal terrore. Aiuta, invece, Basil a non impazzire ma di Matt e Trinity nessuna traccia.
Worth riesce a raggiungerli prima che possano trovare gli altri e scappare e gli scatena contro i fantasmi dei penitenti.
SCENA MADRE: Amy riesce a convincere i penitenti che hanno già pagato in vita il loro debito e che devono considerarsi liberi da Worth. Molti di loro si rivoltano contro l’ex aguzzino e lo distruggono, ma alcuni catturano Basil e Amy e li rinchiudono negli armadi in esposizione cercando di farli annegarli. Amy riesce a liberarsi e libera Basil poco prima che il negozio sia completamente sommerso d’acqua.
Fuori da Orsk, Amy e Basil vengono soccorsi dalle squadre di emergenza, mentre i superiori dell’azienda offrono loro un contratto a tempo indeterminato come impiegati in cambio del loro silenzio.
Amy rifiuta, disgustata dal fatto che a nessuno interessi salvate Matt e Trinity.
Passano i mesi. Durante questo tempo sui resti di ORSK viene costruito un nuovo negozio: Planet Baby. Amy viene assunta e ritrova Basil. La prima notte rientrano nel magazzino per andare a cercare Matt e Trinity…
La recensione di “Horrorstör”
Horrorstör di Grady Hendrix è un romanzo perfetto per gli amanti dell’horror psicologico ben confezionato, ma io ho decisamente preferito Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe.
Il punto forte è la bellezza dell’oggetto libro. L’immagine di copertina che richiama il catalogo Ikea e l’impaginazione sono assolutamente un colpo di genio. Ogni capitolo è introdotto dall’illustrazione e dalla descrizione di un prodotto che il lettore ritrova nelle pagine successive. Non sono solo sedie, divani, tavoli e letti ma anche inquietanti strumenti di tortura che vengono usati da Worth durante i supplizi dei malcapitati protagonisti. Come la poltrona “Bodavest” (Ikea, perdonaci!) che immobilizza il penitente e “si contrappone all’agitato movimento del sangue verso il cervello, costringendo il soggetto a uno stato di totale immobilità, favorevole all’autoriflessione e scevro dagli stressanti stimoli esterni”. Oltre a questo sono presenti, all’interno dei capitoli, delle riproduzioni fedeli di moduli da compilare per ordini da effettuare comodamente da casa, e perfino coupon di sconto.
Il climax è certamente incalzante e le atmosfere si fanno progressivamente claustrofobiche e terrorizzanti.
Ma chi legge si imbatte anche nei soliti clichè del genere: l’improvvisa mancanza di corrente elettrica, la seduta spiritica che tutti snobbano con leggerezza ma poi libera sul serio gli spiriti maligni, l’apertura di una porta segreta sul mondo sotterraneo, la ragazza senza aspirazioni e un po’ menefreghista che si trasforma in una leader e salva se stessa e gli altri, l’uomo tutto regole e responsabilità che mostra di avere un cuore, dei sentimenti e un’empatia profonda tanto quanto ben celata… Ammetto di essermi interrogata se l’autore intendeva fare una parodia del genere oppure no. Non mi sono data una risposta, e chiedo a voi cosa ne pensate. Certamente di ironia ce n’è parecchia!
Sicuramente, ritroverete in molte pagine del romanzo una nemmeno tanto velata denuncia sociale, alla natura degradata del lavoro nell’economia globale del XXI secolo. Un problema che investe tutti noi, nessuno escluso, come sembra suggerirci l’autore che si presenta alla fine del romanzo con il cartellino da addetto Orsk.
Insomma, che la lettura vi piaccia o meno, di una cosa sono assolutamente certa: dopo aver letto questo romanzo per un po’ di tempo girerete al largo dall’Ikea!
La scheda editoriale
- Titolo: Horrorstör
- Autore: Grady Hendrix
- Traduttrice: Rosa Maria Prencipe
- Casa editrice: Mondadori editore
- Collana editoriale: Strade blu
- Età di lettura: young adults
- Consigli di lettura: Consigliato agli amanti di fantasmi e zombie.
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