Il club dei perdenti è il terzo romanzo dello scrittore statunitense Andrew Clements che ho letto e anche questa volta sono rimasta piacevolmente sorpresa. Dopo Drilla (uscito in Italia nel 1997) e Una storia di scuola (2002), ecco un’altra convincente storia di scuola che dà degli spunti di riflessione, anche perché il libro è pieno di riferimenti ad altri libri.
Il protagonista, Alec, è un grande lettore e le storie lo assorbono completamente, tanto che non riesce a trattenersi dal leggere nemmeno durante le ore di lezione. La preside Vance gli dà un ultimatum: “O stai attento in classe, oppure ti fermi al doposcuola. Puoi fare i compiti, oppure partecipare a un’attività sportiva oppure iscriverti a un club. Ci sono club di tutti i tipi, e se non ce n’è nessuno che ti piace puoi fondarne uno tu.”
Al solo pensiero di rinchiudersi in sala studio o di entrare a far parte del club degli origami, Alec è disperato, ma ha un colpo di genio: quello di fondare un club di lettura dandogli un nome davvero respingente in modo che nessuno si iscriva: “Il club dei perdenti”. In questo modo è convinto di riuscire a trascorrere del tempo da solo a godersi una bella lettura.
In realtà, le cose non vanno come Alec avrebbe voluto: il club ha successo e le attività di coordinamento gli rubano il tempo dedicato alla lettura. Ma forse “non tutto il male viene per nuocere”.
Il riassunto di “Il club dei perdenti” di Andrew Clements
Fin dalle elementari Alec finisce spesso a rapporto dalla preside e tutte le volte per lo stesso motivo: i professori lo beccano a leggere durante l’orario delle lezioni. Il fatto è che, se inizia un libro, Alec deve PER FORZA arrivare a metà della storia e, giunto alla metà, deve PER FORZA arrivare alla fine della storia. Insomma, vuole sapere cosa succede dopo, a qualunque costo.
Forse era colpa dei suoi genitori che, quando era piccolo, avevano passato ore e ore a leggergli le storie. Oppure lui è nato proprio così: bisognoso di storie. Sta di fatto che, a differenza dei suoi coetanei, a Alec non interessa fare sport né socializzare. Lui vuole solo avere del tempo a disposizione e un angolino tranquillo per leggere e rileggere le sue storie preferite.
Questa sua passione smodata per la lettura gli è costata il soprannome di TOPO DI BIBLIOTECA. Il primo a affibbiarglielo è stato Kent. Una volta erano amici, ora non più.
Quando la preside Vance gli dà l’ultimatum (“O stai attento in classe oppure…”), Alec si fa venire un’idea. Per non rinunciare alle sue preziose ore di lettura, fonda un club di lettura. Attenzione: non un gruppo di lettura, perché non vuole mettersi a chiacchierare con altri, condividere le sue opinioni o compilare schede su schede. Alec vuole solo avere un tavolo per sedersi da solo e leggere, leggere, leggere, senza badare a ciò che gli accade intorno.
Lo scopo del club è quello di essere in meno possibile e quindi Alec s’inventa un nome davvero respingente: “Il club dei perdenti”. Chi mai si iscriverebbe a un club che si chiama così?
Trovata una lettrice altrettanto appassionata – Nina Warner – Alec fonda così il suo club, senza alcuna intenzione di pubblicizzarlo, per non correre il pericolo che qualcun altro si iscriva.
Le cose si complicano quando la piccola Lily Allenby chiede di essere ammessa e non c’è nessun motivo per dirle di no. E si complicano ulteriormente quando gli affiliati al club diventano 18 e c’è chi si lancia in letture condivise e chi si confronta sui libri che ha letto. Per non parlare del discorso di presentazione del club all’open day della scuola! Insomma, le attività di coordinamento del club finiscono per sottrarre tempo da dedicare alla lettura.
Nel frattempo Alec scopre che Nina, oltre a essere decisamente carina, è anche una ragazza interessante, determinata, coraggiosa. Anche Kent Blair – il campione del kickball, Kent il Bello, Kent il Fascinoso, Kent il Bullo – se ne accorge e inizia a ronzarle attorno.
Cos’è quella cosa in fondo alla pancia che Alec sente tutte le volte che Kent si avvicina a Nina? Perché prova fastidio tutte le volte che Nina guarda Kent e applaude le sue imprese sportive? Come mai farebbe di tutto per impedire che i due trascorrano del tempo insieme?
Così, poco a poco Alec non solo scopre che tante persone condividono la sua passione, ma anche che c’è un mondo al di fuori dei libri, un mondo reale, spesso appassionante e imprevedibile come e più delle storie dei libri.
La recensione “Il club dei perdenti” di Andrew Clements
Con Il club dei perdenti Andrew Clements ci regala una nuova storia di scuola che è una dichiarazione d’amore alla lettura. Ma non solo.
Partiamo dal titolo, che è un atto di denuncia contro il bullismo, una delle piaghe della nostra società, sempre esistito, ma venuto a galla in maniera drammatica negli ultimi anni.
Alec ama la lettura fin da bambino e, al contrario della stragrande maggioranza dei coetanei, non pratica nessuno sport e non è particolarmente socievole né estroverso. Ama il silenzio, la tranquillità, la solitudine. Gli altri non lo capiscono e lo trattano come se fosse diverso, strano, fuori posto. Lo chiamano topo di biblioteca o perdente con un tono di scherno, di biasimo e di disprezzo.
Eppure, Alec dimostra coi fatti che la passione per la lettura e l’amore per i libri non lo rendono debole, inadatto, inadeguato. Sarà anche bullizzato da Kent, ma certamente il suo non è l’atteggiamento di una vittima! E tantomeno Alec si presta al facile gioco di reagire alle provocazioni con atteggiamenti prevaricanti o parole offensive.
Così, man mano che procediamo nella lettura, scopriamo che Alec è un tipetto tosto, che sa tenere testa ai genitori e alla preside, sa risolvere i problemi del club di lettura in modo brillante e che anche nella vita privata non se la cava malaccio!
Impossibile non innamorarsi di Alec. Per questo credo che i giovani lettori potranno rivedersi in lui, riconoscersi in certe situazioni della storia e soprattutto riflettere sul fatto che ogni passione va vissuta pienamente e rivendicata con orgoglio, senza nascondersi né sentirsi sminuiti.
La scheda editoriale
- Titolo: Il club dei perdenti
- Autore: Andrew Clements
- Illustratrice: Laura Park
- Traduttrice: Valentina Daniele
- Casa editrice: Rizzoli
- Collana: BUR Ragazzi Verdi
- Età di lettura: dai 9 fino ai 12 anni
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Libri di Andrew Clements per bambini e ragazzi
Di Andrew Clements ho letto e recensito un romanzo e un racconto adatti alla lettura da parte di bambini e ragazzi. Si tratta di:
Il libro è ben strutturato e interessante: al giorno d’oggi si vedono pochi ragazzi come Alec appassionati di lettura, esso insegna a coloro che leggono questo libro di non dare importanza agli insulti ed è un vero e proprio esempio da seguire
Il libro è ben strutturato e anche interessante: al giorno d’oggi si vedono pochi bambini o ragazzi appassionati di letteratura come Alec, che nonostante tutti gli insulti ricevuti dai compagni di classe, se ne è sempre fregato e ha coltivato la sua passione
questo libro mi è piaciuto molto in particolare nello sviluppo e nella fine mi hanno intrattenuto e mi piaceva leggerlo anche se talvolta era monotono ma rimane comunque un libro educativo e che consiglierei
IRIS FRANCHETTO 2A
Ho letto questo libro in un pomeriggio, lo ho letteralmente divorato. Come lo ho iniziato non sono più riuscita a fermarmi, dovevo assolutamente scoprire cosa sarebbe accaduto dopo! Inizialmente non mi ispirava molto perché di solito non amo questo genere di libri, ma devo dire che per me è stata una vera sorpresa. Anche se dal titolo non si direbbe, vale la pena leggerlo.
Questo libro non mi ha entusiasmato più di tanto.
questo libro non mi ha coinvolto più di tanto perché lo trovato un po’ noioso ma allo stesso tempo mi ha fatto riflettere
SOFIA2A
Questo libro è molto bello, l’ho letto con molto interesse. Inoltre mi è piaciuto molto perché tratta l’argomento del bullismo, ci fa capire come si sente una persona bullizzata. La cosa che mi è piaciuta di più è che Alec, anche se bullizzato, mantiene il suo amore per i libri e si rifugia nella lettura. Consiglio la lettura di questo libro.
Ad essere sincera, non mi è piaciuto molto e l’ho letto mooolto lentamente, soprattutto perché l’ho trovato anche parecchio infantile.. Poi, certo, sono punti di vista
il libro è veramente molto bello. mi è piaciuto anche perché Alec ascolta gli insulti che gli dicono. Lo consiglierei a chi piace questo genere di libro
questo libro parla soprattutto di bullismo anche se non mi é piaciuto molto perché non é il mio genere
Bello, mi è piaciuto!!!!
Lo consiglio vivamente.
Bello parlo di bullismo che pultroppo è una cosa che ultimamente capita sempre più spesso.
Questo libro mi è piaciuto perché mi ricorda che a volte si legge per cercare di sfuggire alla realtà, ma per quanto la vita possa essere più complicata di un romanzo è comunque altrettanto interessante.
Questa libro mi piaciuto per un motivo in particolare la crescita del protagonista è come cambia in meglio. Lo consiglio a chi sta pensando di leggerlo
Questo libro personalmente non mi è piaciuto molto perché non è nel mio genere.
IL CLUB DEI PERDENTI
Fin dalle elementari Alec Spencer finisce spesso a rapporto dalla preside e tutte le volte per lo stesso motivo: i professori lo beccano a leggere durante l’orario delle lezioni. Il fatto è che, se inizia un libro, Alec deve PER FORZA arrivare a metà della storia e, giunto alla metà, deve PER FORZA arrivare alla fine della storia. Insomma, vuole sapere cosa succede dopo, a qualunque costo.
Forse era colpa dei suoi genitori che, quando era piccolo, avevano passato ore e ore a leggergli le storie. Oppure lui è nato proprio così: bisognoso di storie. Sta di fatto che, a differenza dei suoi coetanei, a Alec non interessa fare sport né socializzare. Lui vuole solo avere del tempo a disposizione e un angolino tranquillo per leggere e rileggere le sue storie preferite.
Questa sua passione smodata per la lettura gli è costata il soprannome di “topo da biblioteca” Il primo a affibbiarglielo è stato Kent. Una volta erano amici, ora non più.
Quando la preside Vance gli dà l’ultimatum (“O stai attento in classe oppure…”), Alec si fa venire un’idea. Per non rinunciare alle sue preziose ore di lettura, fonda un club di lettura. Attenzione: non un gruppo di lettura, perché non vuole mettersi a chiacchierare con altri, condividere le sue opinioni o compilare schede su schede. Alec vuole solo avere un tavolo per sedersi da solo e leggere, leggere, leggere, senza badare a ciò che gli accade intorno.
Lo scopo del club è quello di essere in meno possibile e quindi Alec s’inventa un nome davvero respingente: “Il club dei perdenti”. Chi mai si iscriverebbe a un club che si chiama così?
Trovata una lettrice altrettanto appassionata – Nina Warner – Alec fonda così il suo club, senza alcuna intenzione di pubblicizzarlo, per non correre il pericolo che qualcun altro si iscriva.
Le cose si complicano quando la piccola Lily Allenby chiede di essere ammessa e non c’è nessun motivo per dirle di no. E si complicano ulteriormente quando gli affiliati al club diventano 18 e c’è chi si lancia in letture condivise e chi si confronta sui libri che ha letto. Per non parlare del discorso di presentazione del club all’open day della scuola! Insomma, le attività di coordinamento del club finiscono per sottrarre tempo da dedicare alla lettura. Come se non bastasse, era tanto preso che la sua media scolastica è scesa, e come punizione deve passare una settimana nell’aula compiti.
Nel frattempo Alec scopre che Nina, oltre a essere decisamente carina, è anche una ragazza interessante, determinata, coraggiosa. Anche Kent Blair – il campione del kickball, Kent il Bello, Kent il Fascinoso, Kent il Bullo – se ne accorge e inizia a ronzarle attorno.
Cos’è quella cosa in fondo alla pancia che Alec sente tutte le volte che Kent si avvicina a Nina? Perché prova fastidio tutte le volte che Nina guarda Kent e applaude le sue imprese sportive? Come mai farebbe di tutto per impedire che i due trascorrano del tempo insieme?
Così, poco a poco Alec non solo scopre che tante persone condividono la sua passione, ma anche che c’è un mondo al di fuori dei libri, un mondo reale, spesso appassionante e imprevedibile come e più delle storie dei libri.
Innanzitutto si procura un nuovo tavolo, appositamente preso per coloro che vogliono discutere dei libri e non leggerli; così chi vuole leggere può dedicarsi alla sua lettura in pace. Poi inizia ad organizzarsi per la presentazione del club per l’open day: chiede a tutti i componenti di fornirgli una lista di tutti i libri che hanno letto sin dalla più tenera età. Con l’aiuto di suo fratello, stamperà delle lunghissime strisce di carta, con sopra stampate le immagini delle copertine di tutti i libri che sono stati letti dai componenti del club; e come gran finale, negherà una volta per tutte il suo tormentante soprannome da “topo da biblioteca” a “falco da biblioteca”. La sua presentazione all’open day è la migliore in assoluto. Ma Alec scopre un’altra cosa molto importante: scopre che tante persone condividono la sua passione, ma anche che c’è un mondo al di fuori dei libri, un mondo reale, spesso appassionante e imprevedibile come e più delle storie dei libri.
FINE
Questo libro è diventato uno dei miei preferiti; la mia parte preferita è sicuramente la fine, mi è piaciuto un sacco vedere come è cambiata la relazione tra Alec e Kent o anche solo vedere lentamente la crescita di Alec. All’inizio sono sincera non mi aveva preso però dopo la metà non riuscivo più a staccarmi e la bellissima parte finale l’ho finita forse anche troppo velocemente!
Questo libro e bellissimo secondo me perché anche se Alec aveva questa difficoltà non la fermato e non si è fermato durante il bullismo ma pure secondo me le difficoltà che ha incontrato lo hanno migliorato
Questo libro è fantastico, il mio preferito. Alec per me è un personaggio brillante e molto forte perché non si lascia intimidire dalle offese altrui; è un ragazzo con passioni differenti da quelle degli altri e per questo viene accettato da pochi, che diverranno amici, anche se quei pochi non lo abbandonano mai. Un altro aspetto che mi è piaciuto è comunque come Alec quasi perdona Kent, e si ricrea quasi un rapporto di amicizia; il finale è qualcosa di spettacolare, mi ha lasciato veramente stupito.
Il titolo del libro non mi convinceva molto, ma dopo aver letto il primo capitolo ho cambiato del tutto opinione! Penso che il libro insegni a non dare importanza agli insulti altrui, proprio come fa Alec. Vorrei ci fosse un continuo del libro, sopratutto per sapere come va a finire con Nina.
Bellissimo libro in assoluto quello che mi è piaciuto di più tra quelli che ho letto, mi rispecchia molte in alcuni punti, sopratutto quando vorrei leggere in tranquillità
Storia molto bella, che fa capire la bellezza di un libro, racconta la storia di un ragazzino di circa la nostra età e dei sui problemi. Denuncia il bullismo, e ci si immedesima in Alec. Una volta arrivati a metà bisogna per forza arrivare alla fine del libro proprio come Alec.
Anche per sapere come si mettono le cose con Nina… Grazie mille per il vostro commento!
Il club dei perdenti è un libro che sembra fatto apposta per gli adolescenti.
La comicità si collega con il bullismo, che a sua volta si allaccia all’amore per i libri.
Personalmente, il club dei perdenti è stato per me un vero compagno di viaggio, che, seppur avendomi seguito poco tempo, ha lasciato in me un’impronta indelebile.
Quindi se ho ben capito lo hai DIVORATO! Grazie Fatima!
Mi è piaciuto molto questo libro perchè Alec rimane amico di Kent e lo aiuta a cambiare anche se prima lo bullizzava. Ho notato un grande cambiamento in Alec perchè ha superato la sua difficoltà di non leggere i libri a scuola ma ha comunque trovato un modo per continuare e pian piano a trasmettere la passione agli altri.
Grazie Vittoria per il tuo commento! Alec è avvero un ragazzo speciale
Devo dire che questo libro mi ha fatta riflettere molto. Più di ogni altra cosa mi ha colpito il fatto che Alec, anche se bullizzato da un suo vecchio amico, continua a ricavare il suo amore per i libri, senza dar troppo peso ai commenti altrui. Secondo me Alec ha avuto un breve periodo di crescita personale, cioè all’inizio voleva stare solo a leggere al suo tavolo (o quantomeno no voleva essere troppo disturbato), dopo invece, aiuta persino gli altri ad apprezzare la lettura.
Grazie Ginevra, hai senz’altro ragione: l’evoluzione di Alec nel coso del romanzo fa sì che rientri a pieno titolo nel genere letterario dei “romanzi di formazione”!
Questo libro mi è piaciuto tanto. Se lo avessi visto in biblioteca inizialmente non lo avrei comprato ma quando ho iniziato a leggerlo me ne sono innamorata. Il protagonista, Alec, è molto simile a me ed è anche per questo che il libro mi è piaciuto. Mentre lo leggevo era come se provassi anche io le emozioni che provava lui. Quando finivo un capitolo ne incominciavo un altro quasi senza neanche respirare. In conclusione questo libro mi ha presa e più lasciata fino a quando non l’ho finito.
Che bel commento Gaia! Mi fa molto piacere quando riesco a consigliare una bella lettura! Grazie