Il 13 ottobre 1923, esattamente cent’anni fa, nasceva a Cuba l’italianissimo Italo Calvino, uno degli scrittori più importanti del Novecento e un intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale.

Inutile dire che quest’anno Calvino è oggetto di celebrazioni e iniziative, proprio perché ricorre il centenario della sua nascita. Gli editori, primo fra tutti Mondadori, propongono, ad esempio, un percorso lungo un anno di nuove edizioni delle sue storie con splendide illustrazioni di ieri e di oggi. Il comune di Sanremo dove crebbe e Torino dove si laureò daranno vita ad una serie di eventi lungo tutto l’arco del 2023, Castiglione della Pescaia, dove è sepolto, gli conferirà la cittadinanza onoraria postuma. Insomma, ce n’è per un anno.

Letto ogni anno da decine di milioni di persone, dall’inizio della sua carriera fino alla morte, Calvino scrisse circa duecento racconti. Come orientarsi, quindi, nella scelta dei libri di Italo Calvino per bambini e ragazzi?

Ecco una breve guida per sapere chi è, perché è così famoso e quali sono i libri più adatti per far conoscere questo grande della letteratura italiana ai giovani lettori.

The Italian author Italo Calvino (1923-1985) photographed in Oslo, Norway on April 7, 1961 by Johan Brun, a photographer affiliated with the Norwegian newspaper “Dagbladet”.

Chi è Italo Calvino

Intanto, chi è Italo Calvino? Partiamo da data e luogo di nascita: 13 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas (Cuba) e poi lasciamo che lui stesso racconti:

Della mia nascita d’oltremare conservo solo un complicato dato anagrafico (che nelle brevi note bio-bibliografiche sostituisco con quello più “vero”: nato a Sanremo), un certo bagaglio di memorie familiari, e il nome di battesimo che mia madre, prevedendo di farmi crescere in terra straniera, volle darmi perché non scordassi la patria degli avi, e che invece in patria suonava bellicosamente nazionalista… Sono cresciuto in una cittadina che era piuttosto diversa dal resto dell’Italia, ai tempi in cui ero bambino: Sanremo, a quel tempo ancora popolata di vecchi inglesi, granduchi russi, gente eccentrica e cosmopolita. E la mia famiglia era piuttosto insolita sia per Sanremo sia per l’Italia d’allora: scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori… Mio padre, di famiglia mazziniana repubblicana anticlericale massonica, era stato in gioventù anarchico kropotkiniano e poi socialista… mia madre… di famiglia laica, era cresciuta nella religione del dovere civile e della scienza, socialista interventista nel ’15 ma con una tenace fede pacifista.

Da Sanremo Calvino si sposta a Torino per frequentare l’Università ma poi scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943 entra nella Resistenza, nella Brigata Garibaldi. Nel luglio del 1945 scrive:

Noi siamo tutti vivi; voi di laggiù non potrete mai comprendere cos’è stato questo periodo per noi e come si possa considerare fortunato chi l’ha scampata. Io più d’ogni altro ho ragione di dir questo, che la mia vita in quest’ultimo anno è stato un susseguirsi di peripezie: sono stato partigiano per tutto questo tempo, sono passato attraverso una inenarrabile serie di pericoli e di disagi; ho conosciuto la galera e la fuga, sono stato più volte sull’orlo della morte. Ma sono contento di tutto quello che ho fatto, del capitale di esperienze che ho accumulato, anzi avrei voluto pure di più.

Dopo la fine della guerra, nel 1947, si laurea in Lettere con una tesi su Joseph Conrad. Nello stesso anno pubblica Il sentiero dei nidi di ragno, ispirato alla sua esperienza partigiana in Liguria. Da quell’anno si susseguono le pubblicazioni di racconti e romanzi, la collaborazione con quotidiani come L’Unità, il lavoro presso la casa editrice Einaudi, l’attività di oratore e traduttore.

Intanto conduce una vita di intensa attività civile e politica.

Nel 1980 si trasferisce a Roma e continua a pubblicare per la Garzanti.

A 61 anni, nel 1985, muore a causa di un’emorragia cerebrale, mentre sta lavorando a un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard. I testi preparati per le lezioni vengono pubblicati postumi nel 1988 con il titolo Lezioni americane: sei proposte per il prossimo millennio, che rappresentano il suo testamento letterario.

Italo Calvino premio letterario

Quando muore, Calvino è famosissimo e amatissimo in Italia e anche all’estero. Il perché lo spiega bene Gore Vidal in un saggio pubblicato sul The New York Review of Books il 21 novembre 1985, dove scrive:

Calvino è morto tre settimane prima del suo sessantaduesimo compleanno e l’Italia mise il lutto, come se fosse morto un amato principe… L’Europa considerava la morte di Calvino come una calamità per la cultura. Un critico letterario, contrapposto a teorico, scrisse a lungo su Le Monde, mentre in Italia, ogni giorno per due settimane, furono pubblicati i bollettini dell’ospedale di Siena, e all’improvviso l’intera nazione era unita nella sua stima non solo per un grande scrittore ma per qualcuno che raggiungeva non soltanto gli scolari delle scuole elementari attraverso le sue collezioni di racconti popolari e favole, ma anche, una volta o l’altra, tutti coloro che leggono.

Alla fine del 1985, per ricordarlo, un gruppo di estimatori e di amici tra cui Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila e molti altri fondano il Premio Italo Calvino, che si rivolge a scrittori esordienti. Ideatrice del Premio e sua animatrice e Presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento.

L’intenzione è ancora oggi quella di raccogliere il ruolo di talent-scout di nuovi autori che fu di Calvino e di dare la possibilità a scrittori esordienti e inediti di entrare in contatto con le case editrici e con il pubblico.

Perché leggere Italo Calvino

Italo Calvino è è stato senza alcun dubbio uno degli scrittori più straordinari del Novecento e nell’arco di 40 anni di attività è entrato in contatto e ha interpretato diverse tendenze letterarie: quella neorealista, quella post-moderna, passando per la fiaba e il genere fantastico.

Con uno stile tutto suo, ha saputo rivolgersi a tutti: dai ragazzi agli adulti, dalle persone semplici che uscivano dalla guerra agli intellettuali di tutto il mondo.

A tutti noi i libri di Calvino sono ancora in grado di raccontare quanto c’è di bello nella vita e quanto sia importante impegnarsi per preservare questa bellezza. E lo fa con uno stile leggero e insieme profondo, cosa in cui riescono solo i grandissimi della letteratura.

Italo Calvino libri per bambini e ragazzi

Bene! Ma quali sono i libri di Calvino per bambini e ragazzi per iniziare ad apprezzare la sua produzione letteraria? Stilare una classifica dei più belli è impossibile, almeno per me. Voglio però condividere con voi le letture che a me bambina e ragazzina piacquero di più e che ricordo con grande piacere anche ora.

I nostri antenati

Partiamo dalla trilogia de “I nostri antenati”, composta da Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.

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Il visconte dimezzato ha come protagonista Medardo di Terralba che, accompagnato dal fedele scudiero Curzio, parte in guerra contro i turchi. In battaglia viene colpito da una cannonata che lo divide letteralmente a metà, separando la sua parte gentile, altruista, buona (o meglio “buonista”) da quella cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo. Vivo e dimezzato, il visconte torna a casa, scatenando la sua cattiveria in maniera imprevedibile e incomprensibile contro chiunque gli capiti a tiro: il nipote, la vecchia balia, i contadini. Ma un giorno la metà buona fa inaspettatamente ritorno, e grazie alle arti ammalianti della bella Pamela, a un duello all’ultimo sangue e alle cure del dottore Trelawney, male e bene tornano a mescolarsi.

“Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti” disse Calvino in un’intervista “tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.” Età di lettura: da 11 anni. Vi consiglio la bellissima edizione illustrata da Emanuele Luzzati, ma vi segnalo anche la versione graphic novel, un’opera accesa dai colori vividi e ipnotici di Lorenza Natarella.

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Il barone rampante racconta la storia del Barone Cosimo Piovasco di Rondò, indomabile ribelle che a dodici anni sale su un albero per non ridiscenderne mai più. Dal golfo di Ombrosa fin sulle creste dei monti, rami e fronde coprono tutto lo spazio tra la terra e il cielo, e saltando da un leccio a un carrubo, da un pino a un mandorlo Cosimo vive una vita tutt’altro che monotona. Anzi, piena di avventure e brulicante di incontri. Conosce la banda dei ladruncoli di frutta, stringe amicizia col bandito Gian dei Brughi, guida un attacco contro i pirati turchi, si innamora di Viola… Più inafferrabile di un animale selvatico, per tutta la vita terrà fede alla sua incredibile scommessa e senza mai mettere piede a terra crescerà nel corpo pur rimanendo un bambino ribelle nello spirito. Il romanzo è da molti considerato il capolavoro di Calvino perché è una storia piena di avventure, leggerezza e libertà. Età di lettura: da 11 anni.

Anche in questo caso vi segnalo la rivisitazione a fumetti del romanzo fatta da Sara Colaone: una lettura ideale per approcciarsi a un grande classico in una maniera nuova. Età di lettura: da 10 anni.

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Il cavaliere inesistente è ambientato all’epoca di Carlo Magno, durante la guerra contro gli infedeli. A raccontare la storia è Suor Teodora, una religiosa dell’ordine di San Colombano, che dichiara di scrivere da un convento, e riporta solo dei fatti desunti da vecchie carte e da chiacchiere. Il protagonista della sua narrazione si chiama Agilulfo ed è un cavaliere coraggioso che però non esiste, in quanto è solo un’armatura vuota animata dalla forza di volontà e dalla fede nella causa del re. Nessuno riesce a sopportarlo perché osserva scrupolosamente tutte le regole e i protocolli ed è pignolo e saccente. L’unico che mostra interesse e ammirazione nei suoi confronti è Rambaldo di Rossiglione, un giovane inesperto che si è arruolato con il solo obiettivo di vendicare la morte di suo padre, il marchese Gherardo, ucciso dall’argalif Isoarre.

Trovate in commercio i tre romanzi raccolti in un’unica edizione Mondadori intitolata I nostri antenati: Il visconte dimezzato-Il barone rampante-Il cavaliere inesistente. E’ anche un modo per risparmiare, rispetto agli acquisti singoli!

Marcovaldo

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Passiamo ora a Marcovaldo, che racconta le storie di un personaggio buffo e melanconico, protagonista di una serie di favole moderne. Il sottotitolo del romanzo è Le stagioni in città si rifà alla struttura dei racconti, associati ognuno a una delle quattro stagioni dell’anno. Vediamo così il nostro Marcovaldo – un manovale con problemi economici, ingenuo, sensibile, inventivo – alle prese con i funghi, un piccione comunale, delle mucche un coniglio velenoso… Età di lettura: da 9 anni. Vi consiglio l’edizione illustrata da Sto.

Fiabe italiane

Fiabe italiane, uscita nel 1956 per Einaudi, è una antologia di 200 fiabe raccolte dalla tradizione popolare e tradotte in lingua dai vari dialetti. Anche in questo caso, se potete, vi consiglio di comprare le edizioni illustrate da Emanuele Luzzati edite dalla Mondadori, che dall’opera monumentale Calvino stesso ha tratto questa scelta per i più piccoli: si passa dalle fiabe “da far paura (appena appena, non tanto)” a quelle “in cui vince il più furbo”, da quelle “un po’ da piangere” a quelle “tutte da ridere”.

Il principe granchio e altre fiabe italiane.  Età di lettura: da 7 anni.

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L’Uccel Belverde e altre fiabe italiane. Età di lettura: da 9 anni.

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Ovviamente è in commercio anche l’edizione “monumentale”, sempre illustrata da Luzzati, che raccoglie Giricoccola, il soldato napoletano, Rosmarina, i cinque scapestrati, Pomo e Scorzo, Naso d’Argento, Sfortuna, Giufà, Cecino, Giovannin senza paura, il gobbo Tabagnino che si aggiungono al corteo di Biancaneve, Barbablù, Hänsel e Gretel. Età di lettura: da 8 anni.

L’amore delle tre melagrane

Per i più piccoli (dai 5 anni) segnalo L’amore delle tre melagrane (Bianca come il latte rossa come il sangue) la fiaba che ha ispirato Alessandro D’Avenia per il titolo del suo famoso romanzo. È proprio Alessandro D’Avenia ha scrivere la postfazione, che si legge sul retro della cover:

Le fiabe sono vere. Sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d’un destino: la giovinezza.” Lo scrive Italo Calvino ed è più vero che mai per L’amore delle tre melagrane, fiaba che ho scoperto a scuola a dieci anni e rileggo ancora, trent’anni dopo, quando sono a corto di coraggio e di meraviglia.

Narra il destino di tutti: latte e sangue, vita da ricevere e vita da dare. La vita tutta. La nostra felicità è una melagrana, simbolo da sempre dell’amore nella sua varietà e unità. Le fiabe sono semplici, ma proprio per questo anche terribili: non mascherano la vita ma la smascherano. E in questa la vita chiede, in modo diverso, a un ragazzo e a una ragazza la trasformazione più coraggiosa, dolorosa e gioiosa: imparare ad amare. Se alla fine delle fiabe si dice “vissero felici e contenti” è perché i protagonisti lo hanno fatto nella storia narrata, non dopo, come in genere si pensa.

Noi siamo fatti per questa felicità in vita, bianca e rossa, ricevere e dare, amare ed essere amati. Questa fiaba rivela il segreto, in una melagrana.

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Italo Calvino frasi celebri

Se siete arrivati a leggere fin qui, avete scoperto la mia personalissima lista dei libri di Italo Calvino per bambini e ragazzi e avrete ormai capito che Calvino è stato un grande paroliere. La rete si è appropriata di tantissime belle frasi e citazioni tratte dai suoi scritti. Pensate che sui social gli sono spesso attribuite frasi gettonatissime che invece non non si ritrovano nelle sue opere!

Il compito dei filologi è quello di ristabilire l’autenticità. Nel mio piccolo, vi propongo le frasi di Calvino a proposito di libri, lettura e giovani che mi piacciono di più e che sono attribuibili a lui con certezza…

La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre. (Mondo scritto e mondo non scritto)

Un libro (io credo) è qualcosa con un principio e una fine (anche se non è un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari perdersi, ma a un certo punto trovare un’uscita, o magari parecchie uscite, la possibilità di aprirsi una strada per venirne fuori. (Le città invisibili)

Le letture e l’esperienza di vita non sono due universi ma uno. Ogni esperienza di vita per essere interpretata chiama certe letture e si fonde con esse. Che i libri nascano sempre da altri libri è una verità solo apparentemente in contraddizione con l’altra: che i libri nascano dalla vita pratica e dai rapporti tra gli uomini. (Il sentiero dei nidi di ragno)

Leggere è andare incontro a qualcosa che sta per essere e ancora nessuno sa cosa sarà. (Se una notte d’inverno un viaggiatore)

Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili. (Lezioni americane)

La lettura è un atto necessariamente individuale, molto più dello scrivere. (Se una notte d’inverno un viaggiatore)

La lettura è solitudine. Si legge da soli anche quando si è in due. (Se una notte d’inverno un viaggiatore)

Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi (ma anch’essi cambiano, nella luce d’una prospettiva storica mutata) noi siamo certamente cambiati, e l’incontro è un avvenimento del tutto nuovo. (Perché leggere i classici)