Il graphic novel “L’irracontabile Freak Antoni” è l’omaggio del fumettista Cisco Sardano a Roberto “Freak” Antoni, frontman degli Skiantos, ma anche scrittore, poeta, attore e performer (come si dice adesso). Il libro è uscito nel 2018 per la casa editrice BeccoGiallo, 4 anni dopo la scomparsa di Freak Antoni a 60 anni per una malattia.
Chi fu Freak Antoni? Difficile definirlo. Ormai è un personaggio storicizzato: i critici musicali lo considerano il padre del rock demenziale italiano. Tutti lo piangono, perfino i politici.
Ai suoi tempi invece era visto, nel migliore dei casi, come un agitatore culturale irriverente, un rivoluzionario anti-borghese a modo suo, un dissacrante anticonformista. Il più delle volte, come un freak, un pazzoide, un fuori di testa, uno strambo insomma.
Senza dubbio è stato uno dei protagonisti – insieme all’amico Andrea Pazienza e a tanti altri – del movimento alternativo a Bologna negli anni Settanta e Ottanta.
Se non lo avete mai visto o sentito cantare (oddio: cantare, parole grosse, e dopo vi dico perché…) certamente conoscete alcune sue frasi celebri, che sono entrate nel linguaggio comune. Tra tutte:
La fortuna è cieca. La sfiga ci vede benissimo
Il riassunto di “L’irraccontabile Freak Antoni”
Il graphic novel si snoda lungo alcuni “capitoli” della vita di Freak Antoni, vissuta tutta tra Bologna e la provincia.
Ne “Il cortile” facciamo la conoscenza del piccolo Roberto, che si presenta subito come un tipetto sgangherato. Scende in cortile con l’amico Andrea, ruba una motoretta in un’autofficina, ma più per fare una somarata che per altro. Cade, perde il cappello, si sporca di fango da cima a fondo e si guadagna il soprannome di “bestia” e “freak”.

In “Vademecum” lo ritroviamo ragazzo, durante una performance travestito da aviatore, che ci spiega chi sono gli artisti. Tipi bizzarri. Geniali, visionari, profetici, sognatori. Prodigi della natura, eroi a loro modo. Ma anche sregolati, egocentrici, a volte narcisisti, insofferenti alle regole. A volte alcolizzati e/o drogati. Spesso disadattati.

In “La 500” Freak parla ad Andrea della sua passione smisurata per i Beatles, che furono oggetto della sua tesi di laurea al DAMS. E del desiderio di fondare un gruppo musicale, senza saper suonare uno strumento. C’è già anche il nome: Skiantos, da schianto, inteso in senso letterale come cosa destinata a rompersi (e anche a dirompere, ma questo lo si scoprirà molto tempo dopo).
“Inascoltabile” è il capitolo in cui assistiamo alla genesi del primo album degli Skiantos, registrato in studio in una notte del settembre 1977. Gli Skiantos inventarono la musica sul momento, non sapendo suonare gli strumenti. Ora capite perché all’album fu dato il titolo di “Inascoltabile”.
“Il corpo rock” e “Merda” sono i due capitoli in cui Freak parla direttamente a noi lettori con due monologhi deliranti ma istruttivi sul senso del rock e dell’arte. Sono i capitoli che ho preferito.

Con “BOLOGNA ROCK” siamo all’apice della parabola. Il capitolo ci racconta la leggendaria performance d’avanguardia al festival Bologna Rock nel 1979. Gli Skiantos portarono sul palco una cucina, un tavolo, un televisore e un frigo. Si misero a cucinare gli spaghetti e poi li mangiarono, senza suonare nulla. Alle proteste del pubblico Freak Antoni rispose con la celebre frase
“Non capite un cazzo: questa è avanguardia, pubblico di merda”
Tempo dopo Freak Antoni constatò che: “La nostra provocazione aveva toccato, a seconda dei punti di vista, il fondo e l’apice nello stesso momento.”
In “Palestra” assistiamo al dialogo tra Freak e Andrea Paz Pazienza. In “Telefonata” ci avviamo verso l’epilogo: la telefonata è fra Freak in un letto d’ospedale e l’amico di un tempo Steno, leader del gruppo musicale I Nabat.
Di “Epilogo” non sto a dire tanto, perché avete già capito qual è l’argomento. Vi lascio però con le ultime parole dell’ultima pagina:
Metti in pace il tuo cuore: non puoi piacere a tutti. Ci sarà sempre qualcuno che ti odierà in maniera palese o ti disprezzerà cordialmente. Non è possibile avere le simpatie del mondo intero. Vai avanti comunque! Procedi col tuo lavoro, rimargina le ferite o lasciale sanguinare. Insisti! E’ sempre con le migliori intenzioni che sono prodotte le opere peggiori.
La recensione di “L’irraccontabile Freak Antoni”
“L’irraccontabile Freak Antoni” è il graphic novel perfetto per chi conosce poco o niente la storia di Freak Antoni.
Come si capisce dal titolo, Sardano non pretende di raccontare tutto di Freak Antoni, perché la sua vita è stata talmente piena che per tracciarne la biografia completa non bastano certo 144 pagine di tavole. Piuttosto è un collage di momenti della vita di Freak.
Dalle scorribande con l’amico di sempre Andrea alla fondazione degli Skiantos (e Andrea ci sarà col nome d’arte di Jimmy Bellafronte). Dalla laurea al Dams con una tesi sui Beatles al primo disco autoprodotto dal titolo che è tutto un programma: “Inascoltabile”. Dai concerti d’avanguardia (mitico quello in cui invece di esibirsi cucinavano sul palco, tra i fischi e il lancio di verdura da parte del pubblico) alla malattia (accennata) che ha portato via Freak a 60 anni, segnato nel corpo ma non nello spirito!
Il libro si chiude col racconto dell’autore sulle due volte che ha incontrato Freak Antoni a Bologna. La prefazione invece è de Lo stato sociale.
La scheda editoriale
- Titolo: L’irraccontabile Freak Antoni
- Autore: Cisco Sardano
- Casa editrice: BeccoGiallo
- Età di lettura: dai 14 anni
Se vi ho convinto a leggere il graphic novel di Cisco Sardano (che mette un po’ di malinconia a chi ha più di 55-60 anni) potete cercarlo in biblioteca e prenderlo in prestito.
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