L’istituto di Stephen King è la mia lettura di Ferragosto. Ma come, hai letto solo questo libro in tutta estate? Sì, ma sono 565 pagine e la storia è disturbante come poche altre. Durante la lettura mi sono presa, quindi, più di una pausa.

Protagonisti de L’istituto sono un gruppo di ragazzi dagli 8 ai 12 anni, dotati di poteri extrasensoriali, che vengono prelevati dalle loro case e rinchiusi in un compound segreto nascosto dai fitti boschi del Maine, dove sono trasformati in cavie umane e sacrificati in nome di un fine superiore.

Romanzo che ha diviso la critica e i lettori, L’istituto è, secondo me, un buon libro. Intendiamoci, non è un’opera paragonabile ai capolavori di King che raccontano una storia di ragazzini alle prese col Male (It ad esempio), ma è comunque una storia originale e angosciante.

La trama è in grado di tenere il lettore incollato alle pagine, anche se ci sono dei momenti in cui l’autore si ripete (soprattutto nelle prime 200 pagine) e il ritmo narrativo cala. Forse la storia poteva essere raccontata con 100 pagine in meno e avrebbe funzionato ugualmente, se non meglio.

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Il riassunto di “L’istituto” di Stephen King

Tim Jamieson è un uomo in crisi. Un divorzio alle spalle, la carriera di poliziotto bruscamente interrotta, è in cerca di una nuova vita. Intenzionato a raggiungere in autostop New York, per una serie di coincidenze, finisce per fermarsi a DuPray, cittadina sperduta del Carolina del Sud, in cui trova impiego come guardia notturna al servizio dello sceriffo.

Luke Ellis, invece, è un dodicenne di Minneapolis, un “ragazzo sveglio”, dal QI così alto da superare contemporaneamente i test d’ingresso del MIT e dell’Emerson College di Boston. L’intelligenza acuta e la cultura superiore a quella dei coetanei non sono le uniche caratteristiche che lo rendono speciale. Per le sue doti extrasensoriali, Luke è da anni al centro delle attenzioni della direttrice di una struttura segreta detta “L’istituto”.

Una notte, un commando di ex militari si introduce in casa di Luke, uccide i suoi genitori, lo anestetizza e lo carica in un SUV nero. Quando si sveglia, il ragazzo si trova in una camera del tutto simile alla sua, ma senza finestre.

Nei giorni seguenti, scopre di essere stato portato in un istituto in cui sono rinchiusi altri bambini come lui: piccoli geni con poteri speciali, telepatia (TP) o, alternativamente, telecinesi (TK). Scopre anche di essere stato “arruolato” dal paese, per servirlo in nome di un fine superiore, che è la salvezza del genere umano.

Appena arrivati, i ragazzini vengono ospitati nella Prima Casa, dove Luke conosce Kalisha, Nick, George, Iris e Avery Dixon, di appena dieci anni. Nella Prima Casa i residenti vengono sottoposti ad esperimenti brutali finalizzati a potenziarne le capacità extrasensoriali: iniezioni di sostanze chimiche, stimolazioni cerebrali, immersioni in una piscina ai limiti dell’apnea.

Nel tempo libero, possono scegliere se bighellonare nei corridoi o giocare all’aperto sull’erba, godendosi la luce del sole. Se si comportano bene e non piantano grane, guadagnano dei gettoni che possono utilizzare per navigare in internet o comprarsi degli snack ipercalorici o delle sigarette (vere!) alle apposite macchinette. Chi si ribella, invece, subisce umiliazioni, vessazioni e punizioni indicibili.

Queste sono le regole stabilite dalla direttrice dell’istituto – la signora Sigsby – una specie di Dottor Mengele in gonnella, convinta dell’assoluta legittimità di spremere e sfruttare i poteri speciali degli ospiti con qualunque mezzo e a qualunque costo per “il bene della nazione”.

Dopo essere stati sottoposti ai test e agli esperimenti, i ragazzi vengono trasferiti nella Seconda Casa, che «è come il motel di un film dell’orrore», dice Kalisha, «Chi prende una stanza non ne esce più». Nella Seconda Casa sono sottoposti ad altri esperimenti, come guardare dei filmati che li portano ad avere mal di testa sempre più forti, sentire ronzii insopportabili, vedere luci intermittenti sempre più insistenti.

Grazie a un vecchio PC e alle mezze verità di Maureen, la donna delle pulizie dell’istituto, Luke scopre che i suoi genitori sono stati assassinati e di essere sospettato del loro omicidio.

Uno alla volta, i compagni di Luke vengono trasferiti, mentre lui cerca disperatamente una via d’uscita. Missione impossibile: nessuno è mai riuscito a evadere dall’istituto, di cui il mondo esterno non conosce nemmeno l’esistenza grazie alla supervisione della sicurezza del signor Stackhouse.

Con l’aiuto di Maureen, Luke riesce a fuggire e fa perdere le sue tracce tagliandosi il GPS che gli era stato impiantato nel lobo dell’orecchio destro. A causa della superficialità dei suoi uomini, Stackhouse si accorge della sua fuga solo dopo quasi ventiquattr’ore.

Dopo un lungo viaggio prima in barca poi in treno, Luke finisce nella cittadina di DuPray, dove incontra Tim Jamieson e i suoi colleghi della stazione di polizia, ai quali rivela la verità, suffragata da una video-confessione di Maureen salvata su una chiavetta USB.

Possono la signora Sigsby e il signor Stackhouse permettere che il mondo scopra l’esistenza di un istituto in cui si sfruttano le capacità extrasensoriali di bambini e ragazzini fino a ridurli allo stato larvale? Il genere umano è pronto a scoprire che la propria sopravvivenza si regge su giovani cavie umane prima sfruttate e poi fatte sparire dentro un forno crematorio? Ma soprattutto, può l’umanità salvarsi se gli istituti attivi in tutto il mondo vengono chiusi?

Certamente no. Inizia, così, la caccia a Luke. Allo stesso tempo inizia anche la vendetta di Luke, Avery e degli ospiti dell’istituto contro i loro aguzzini, che non hanno previsto che le forze telepatiche e telecinetiche dei ragazzi possano ritorcerglisi contro.

La recensione di “L’istituto” di Stephen King

Con L’istituto Stephen King è tornato a scrivere in solitaria, dopo alcuni esperimenti editoriali in collaborazione con altri autori come La scatola dei bottoni di Gwendy di cui vi ho già parlato. E già di questo i fan (me in prima linea) non possono che essere felici.

King è tornato con una storia di poteri soprannaturali e di ragazzi alle prese col Male Assoluto, due temi che ricorrono nella sua produzione già dai tempi di Carrie e It. I fan “duri e puri” di King non ci troveranno le atmosfere horror che tanto amano, ma tratti più fantascientifici e paranormali. L’atmosfera è comunque disturbante e angosciante e viene da un impianto realistico della storia, che inquieta e mette paura.

Il tema è quello del sacrificio del singolo in nome del bene comune, tema ampiamente sfruttato in letteratura. Alla base c’è il principio filosofico dell’utilitarismo per cui la scelta morale corretta è quella che massimizza il benessere per il maggior numero di persone. In concreto, quindi, cinque vite valgono più di una. 

Ma la domanda narratologica da cui l’autore parte è: vale lo stesso principio anche quando a essere sacrificati sono dei bambini e dei ragazzi?

Secondo la signora Sigsby e gli aguzzini dell’istituto (alcuni davvero perversi) poco importa se in nome di una ragione superiore a rimetterci sono dei bambini. La gente comune può credere che sacrificare dei ragazzi sia un crimine odioso, ma chi ha in mano le sorti dell’umanità sa bene che si tratta di un atto lecito e giustificato. Chi potrebbe sostenere che la vita di 10, 100,1.000 bambini non possa essere sacrificata quando in ballo c’è la sopravvivenza dell’intero genere umano?

E noi lettori, invece, cosa rispondiamo? Ecco da dove viene il disturbo del lettore: dal fatto di trovarsi a che fare con il lato oscuro della razza umana, della quale anche lui fa parte. A terrorizzarlo è l’etica su cui si fonda il sistema dell’istituto e il dubbio che da qualche parte un istituto simile possa davvero esistere e funzionare.

Una trama coinvolgente dalla solida intelaiatura, personaggi credibili, dialoghi (anche mentali) drammatici e ricchi di suspense. Ecco cosa mi è piaciuto del romanzo. Un po’ troppo lungo nella prima parte: e questo è tutto quello che non mi è piaciuto.

L’istituto sarà l’ennesimo romanzo di Stephen King ad essere adattato per il piccolo schermo, una serie TV nello specifico. David E. Kelley scriverà la sceneggiatura e ne sarà il produttore esecutivo con Jack Bender, coinvolto anche come regista. Il libro nasce per la trasposizione filmica, non c’è dubbio!

La scheda editoriale

  • Titolo: L’istituto
  • Autore: Stephen King
  • Traduttore: Luca Briasco
  • Casa editrice: Sperling&Kupfer
  • Collana: Pandora
  • Età di lettura: dai 14 anni

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