Le cose portate dall’acqua è un fumetto di Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo che ho scoperto in questi lunghi giorni di isolamento a casa dovuti all’emergenza sanitaria.

CNR Edizioni, la sezione del Consiglio Nazionale delle Ricerche che segue i progetti editoriali proposti dalla rete scientifica dell’Ente, ha aderito all’iniziativa di solidarietà digitale promossa dal governo e ha messo online tutti i numeri dei comics pubblicati, compreso questo pubblicato alla fine del 2019.

A Eccher, sceneggiatore di fumetti e regista cinematografico, dobbiamo la sceneggiatura e i testi; Palumbo, già disegnatore di Martin Mystère e Diabolik, ha realizzato le tavole a colori.

Protagonista del fumetto è Leonardo da Vinci nell’insolita veste di investigatore alle prese con un omicidio irrisolto.

Il riassunto di “Le cose portate dall’acqua”

Milano, 2 aprile 1486. E’ il giovedì della settimana santa. Il cadavere di un uomo con la testa fracassata viene ripescato dai Navigli.

Il luogotenente del capitano di giustizia, Jacopo da Novara, pensa sia stato vittima di una rapina, dato che in tasca non ha nemmeno un bissolo. Dopo alcune ricerche preliminari, Jacopo scopre che si tratta di un nobiluomo, tal Girolamo Tomassi, servo fedele di Ludovico Sforza.

Dell’omicidio è accusato un poveraccio, Peppino Colombo, detto Balabiòtt, che verrà giustiziato il martedì dopo Pasqua. Jacopo, però, nutre più di un dubbio sulla sua colpevolezza e interpella un uomo esperto in filosofia naturale e medicina. E’ Leonardo da Vinci, in quei giorni occupato a dipingere la Vergine delle Rocce nella bottega dei fratelli De Predis.

Ottenuto dalla chiesa il permesso di dissezionare il cadavere, Leonardo osserva che i polmoni sono pieni di acqua. Tomassi quindi non è morto per il colpo in testa né per la ferita di coltello, ma è annegato. L’acqua è pulita e pertanto l’uomo non è sicuramente affogato nei Navigli. Oltre a ciò, le tasche dei suoi vestiti sono piene di arena fluviale in cui si scorgono delle pagliuzze d’oro. Così Leonardo e Jacopo partono in direzione dell’unico fiume che ne contenga nei pressi di Milano: il Ticino.

Giunti nel villaggio agricolo di Genate, i due scorgono un mulino che copre tutta la larghezza del fiume. Leonardo crede di trovarsi sul luogo del delitto perché la ferita alla testa di Tomassi è compatibile con un colpo inferto dalla pala di un mulino. Decidono allora di andare a fare quattro chiacchiere con gli Obertenghi, i signori del luogo.

A palazzo vengono ricevuti da Lucrezia, giovane e bellissima moglie Obertenghi, caduto in disgrazia presso Ludovico il Moro per aver appoggiato un suo nemico.

Vedendola, Leonardo è certo che Lucrezia c’entri qualcosa con la morte di Tomassi e di riuscire a scagionare il povero Balabiòtt.

Se volete scoprire come finisce la storia, scaricate gratuitamente il fumetto dal sito dell’editore!

La recensione di “Le cose portate dall’acqua”

Le cose portate dall’acqua è un poliziesco ambientato nella Milano rinascimentale, in cui le acque del Naviglio svolgevano una funzione importantissima. Alla corte di Ludovico il Moro incontriamo un Leonardo insolito, anche se riconoscibilissimo nei tratti.

A cavallo tra la figura storica e Sherlock Holmes, Leonardo aiuta l’ispettore Lestrade di turno a risolvere un caso intricato e lo fa come Holmes lo farebbe: raccogliendo indizi, separando il vero dal verosimile e dal falso e facendo delle induzioni, fino ad arrivare a una scomoda verità.

Il fumetto fa parte della collana Comics&Science di CNR edizioni, che ha l’obiettivo di promuovere il rapporto tra scienza e intrattenimento utilizzando il linguaggio del fumetto, ideale per comunicare idee e storie ai ragazzi.

A corredo del fumetto c’è una lunga intervista agli autori sulla sua genesi.

La scheda editoriale

  • Titolo: “Le cose portate dall’acqua”
  • Autore: Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo
  • Casa editrice: CNR Edizioni
  • Età di lettura: dai 12 anni
  • Consiglio di lettura: Per quelli a cui piace il giallo ad ambientazione storica.