Chi ama la lettura non può non conoscere il Progetto Gutenberg (in inglese Project Gutenberg, noto anche con l’acronimo PG) che dal lontano 1971 promuove la più ampia diffusione e conoscenza della memoria culturale registrata (gli e-book, insomma) con l’obiettivo di costituire una biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati.

Più o meno da metà maggio 2020 il sito www.gutenberg.org è irraggiungibile dall’Italia per ordine di sequestro della Procura della Repubblica di Roma.

La vicenda è tutta italiana e merita di essere conosciuta. Ve la spiego facile facile.

Il sito del Progetto Gutenberg è irraggiungibile

Siamo all’inizio del 2020. Il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma conduce un’inchiesta sulla pirateria digitale.

Il fenomeno non è certamente nuovo né sconosciuto, ma in concomitanza del lockdown e della permanenza a casa di molte persone, i siti web illegali da cui scaricare contenuti editoriali piratati sono proliferati.

Cosa scopre la Guardia di Finanza? 28 siti web e 8 canali Telegram che consentono la visualizzazione e il download illegale delle copie digitali di numerosi giornali e riviste nazionali e internazionali.

I pirati informatici registravano i domini in paesi esteri come Panama, Russia, Ucraina, Armenia, ecc. e attivavano appositi spazi web su server esteri, in modo da ostacolare la rintracciabilità dei responsabili. Sui siti pubblicavano in formato pdf copie illegali di numerose testate e riviste periodiche nazionali e internazionali. 

Individuati siti e canali Telegram che mettevano a disposizione illegalmente queste risorse online, la Guardia di Finanza li ha segnalati alla Procura di Roma, che ha chiesto al Gip il provvedimento di sequestro preventivo per interrompere l’attività, in attesa di risalire all’identità dei gestori dei siti.

L’11 maggio il giudice Anna Maria Gavoni ha firmato un decreto di sequestro preventivo per tutelare il diritto d’autore delle risorse finite online. Il decreto è stato immediatamente trasmesso agli ISP – Internet Service Provider, in modo che procedessero all’offuscamento dei 28 siti e degli 8 canali Telegram, colpevoli di “un medesimo disegno criminoso” a fine di lucro.

Cosa c’entra il sito del Progetto Gutenberg? C’entra perché è stato inserito nella black list del provvedimento al 25° posto.

Perché? Per capirlo dobbiamo conoscere meglio il Progetto Gutenberg e i suoi fondamenti giuridici.

Che cos’è il Progetto Gutenberg

Il Progetto Gutenberg nasce nel 1971 grazie a Michael Hart, scrittore e informatico, che realizza la prima biblioteca digitale della storia.

Ispirandosi, come avrete capito, a Johannes Gutenberg, l’inventore della stampa a caratteri mobili, Hart mette online un certo numero di ebook e audiolibri di pubblico dominio o dei quali sono scaduti i diritti d’autore. Oltre alle opere in inglese ce ne sono anche in altre lingue, compreso l’italiano.

Passano gli anni e il Progetto Gutenberg cresce grazie a una schiera di volontari che convertono i libri in formato digitale e li rendono disponibili al pubblico. Al progetto arriva a partecipare anche l’Università dell’Illinois che mette a disposizione spazio sui server. In seguito Hart stringe un accordo con la Carnegie Mellon University, per la gestione degli aspetti finanziari del progetto.

Nel 2000 il Progetto Gutenberg diventa una fondazione: Hart ne è a capo fino al 2011, quando muore e gli succede Greg Newby.

Arriviamo ai giorni nostri.

Sulla piattaforma ci sono più di 60.000 risorse online: alcune sono sottoposte al copyright ma svincolate dai rispettivi autori, la maggior parte è libera dal copyright.

Sì, ma quale copyright? Qui sta il cavillo!

Per la pubblicazione online il Progetto Gutenberg rispetta il diritto statunitense, che prevede che le opere siano di dominio comune dopo 95 anni dalla pubblicazione. Ciò significa che nel 2020 diventano di dominio comune (e quindi libere dal diritto d’autore) le opere pubblicate nel 1924 o precedentemente.

Perché il Progetto Gutenberg è stato bloccato

In Italia il sito del Progetto Gutenberg è stato bloccato perché la legge italiana sul diritto d’autore è diversa da quella statunitense.

Secondo la nostra legislazione un’opera è tutelata fino a 70 anni dalla morte dell’autore, e questa tutela si estende anche ai suoi eredi o al traduttore, nel caso in cui l’opera non sia stata scritta originariamente nella nostra lingua.

In seguito all’oscuramento, la fondazione ha fornito a Wired l’elenco delle pubblicazioni in lingua italiana ospitate sul suo sito: si tratta di 831 opere, datate tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

Tra queste, 29 potrebbero non essere in regola rispetto alla legge italiana in quanto l’autore o il traduttore o i legittimi eredi potrebbero essere deceduti da meno di 70 anni.

A che punto siamo della vicenda Gutenberg

Il caso-Gutenberg è finito alla ribalta della stampa.

Migliaia di utenti, soprattutto docenti e studenti, hanno lamentato la misura dell’oscuramento che riguarda solo l’accesso dal nostro Paese e che di fatto impedisce di scaricare gratuitamente edizioni dei capisaldi della letteratura italiana. 

Newby da parte sua si è detto stupito di non essere mai stato contattato né dalle autorità italiane né dagli editori italiani o da chiunque altro in Italia.

L’AIB – Associazione Italiana Bibliotecari in un comunicato sul suo sito web ha sottolineato che all’amministratore delegato di Project Gutenberg non è stato assicurato un minimo di contraddittorio sui fatti contestati e che “gli eccessi della protezione del copyright e guardiani della rete troppo zelanti possono incidere sulle libertà individuali degli utenti”. L’Osservatorio AIB sulla censura ha chiesto pertanto il ripristino immediato dell’accesso al sito.

Alcuni avvocati, dal canto loro, sottolineano l’iniquità del blocco preventivo e non a seguito di una sentenza al termine di un processo.

Il disallineamento tra gli ordinamenti di Italia e Stati Uniti, per la fondazione, si risolverebbe se l’utente verificasse se la legge dello Stato dal quale sta scaricando glielo permette.

Sta di fatto che il caso-Gutenberg è attualmente in fase di stallo.

E gli utenti del sito Gutenberg Project cosa possono fare nel frattempo?

Come si accede al sito del Progetto Gutenberg

Il giudice che ha firmato il decreto di sequestro preventivo ha intimato agli ISP italiani di bloccare qualsiasi connessione indirizzata verso il sito del Progetto Gutenberg.

In parole semplici, quando digitiamo sul nostro browser l’indirizzo http://www.gutenberg.org il nostro PC chiede agli ISP italiani qual è l’indirizzo Ip corrispondente. Il server dell’ISP risolve la richiesta e sul nostro browser appare il sito richiesto.

La procura ha chiesto agli ISP italiani di non risolvere più le richieste dell’indirizzo IP del Progetto Gutenberg che arrivano dall’Italia. Ciò significa che le richieste provenienti da altri paesi continueranno a essere correttamente risolte e il sito continuerà a essere raggiunto.

Lo stesso varrà per le connessioni che provengono dall’Italia e partono dalle VPN – Virtual Private Network (le reti private virtuali) che instradano il traffico su server situati in altri Paesi.

E anche per chi ha impostato sul proprio PC il Tor Browser, un browser che crea una connessione estremamente protetta e veicolata da più nodi di transito sparsi per il mondo.

Chi usa una VPN e chi naviga con Tor Browser (con alcune eccezioni) probabilmente non si è nemmeno accorto dell’oscuramento.