Raccontare l’olocausto ai bambini non è cosa facile, ma sono convinta che sia dovere degli adulti rinnovare la memoria della Shoa. I libri possono dare una mano a trovare le parole giuste. Rosa Bianca di Roberto Innocenti è un libro illustrato adatto perché racconta la catastrofe dello sterminio degli ebrei adottando la prospettiva di una bambina.

La Rosa Bianca del titolo è una bimba tedesca a cui nessuno spiega dove vanno i camion stipati di bambini che vede passare in città. Allora cerca da sola una risposta alle sue curiosità e la trova in un campo fatto di baracche di legno e recintato da filo spinato, dietro cui vede tanti bambini.

Rosa Bianca Roberto Innocenti
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Il riassunto di “Rosa Bianca”

Siamo in Germania, attorno al 1944-1945. Rosa Bianca vive una vita semplice e tranquilla: la mattina va a scuola e di pomeriggio esce in strada per giocare coi compagni o passeggia lungo l’argine del fiume che attraversa il paese.

La guerra è qualcosa di lontano dalla sua quotidianità. Anzi, il passaggio dei carri armati carichi di soldati baldanzosi in belle uniformi eleganti è un momento di festa per i suoi concittadini.

Il borgomastro fa discorsi carichi di enfasi e entusiasmo e i bambini sventolano festosi le bandiere con la svastica nera su sfondo rosso. I ragazzi chiacchierano con i soldati in partenza per il fronte e, se solo potessero, partirebbero con loro.

Sui muri degli edifici fatti di mattoni rossi delle scritte di vernice bianca inneggiano al Fuhrer e alla Grande Germania.

Eppure in casa non c’è tanto da mangiare, le donne fanno la fila dal fornaio per la distribuzione del pane e Rosa Bianca deve fare attenzione a non rompere le scarpe perché ne ha solo un paio, ma anche questo rientra nella sfera della normalità.

Qualcosa, però, colpisce Rosa Bianca e la incuriosisce. Cosa trasportano quei camion che odorano di nafta e sfrecciano veloci per le vie della città, diretti chissà dove?

Un giorno, per puro caso, Rosa Bianca vede un bambino scappare da uno di quei camion. Il suo sguardo è terrorizzato. Purtroppo il borgomastro riesce ad acciuffarlo e lo consegna alle SS che scortano il convoglio. Senza tanti complimenti, un soldato carica a forza il bambino sul camion e così Rosa Bianca si accorge che i camion sono pieni di bambini, magri e spaventati.

Quel giorno la bambina decide di seguire il camion che si inoltra nel bosco. Al centro del bosco c’è una radura in cui sorge un campo di baracche circondato dal filo spinato. Al di là della rete, adulti, anziani e tanti bambini macilenti indossano un pigiama a strisce con cucita la stella di David al petto.

Da allora, tutti i giorni Rosa Bianca si reca nel bosco e porta ai piccoli reclusi le provviste che riesce a sottrarre dalla dispensa di casa. I bambini sono moltissimi e sempre affamati, così Rosa Bianca rinuncia perfino alla sua merenda pur di sfamarne uno di più.

Passano i mesi. L’esercito tedesco è in rotta, i soldati tornano laceri, feriti e menomati, il borgomastro e tanti concittadini chiudono le case e fuggono con le poche cose che riescono a portare con sé. Le truppe sovietiche arrivano alle porte della città.

Rosa Bianca corre nel bosco, ma nella nebbia ha difficoltà a trovare il sentiero. Quando arriva al campo di concentramento, trova il filo spinato divelto e le baracche deserte.

Sono rimaste solo alcune guardie a mitra spianato che hanno forse più paura di lei e che sparano in direzione di qualsiasi cosa si muova.

La mamma di Rosa Bianca la aspettò per mesi. Poi infine:

L’inverno passò e con esso anche la guerra. L’erba ed i fiori lentamente rivestirono la terra nuda. Tornarono le anatre nel laghetto e gli uccelli fra le foglie degli alberi.

La recensione di “Rosa Bianca”

Rosa Bianca è un racconto illustrato che ci dà una lezione sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

Il titolo scelto richiama alla memoria i Rosa Bianca, un gruppo di studenti cristiani di Monaco di Baviera che tra il giugno 1942 e il febbraio 1943 si opposero al regime nazista, prima di essere arrestati, processati e condannati a morte mediante decapitazione.

Inoltre le rose bianche sono da sempre considerate un simbolo di purezza e innocenza.

Puro e innocente, ma coraggioso, è lo sguardo che Rosa Bianca rivolge a ciò che la circonda. A differenza degli adulti che non vedono o non vogliono vedere, Rosa Bianca tiene gli occhi azzurri ben aperti sulla realtà e guarda oltre le apparenze per scoprire le atrocità che si consumano nel campo di concentramento a pochi passi da casa.

Le illustrazioni occupano quasi tutta la pagina e lasciano solo poco spazio alle righe di testo. Sono, infatti, le immagini dei personaggi carichi di espressività, i colori dai toni cupi, i dettagli realistici a colpire il lettore anche più delle parole.

La storia è triste, Rosa Bianca alla fine muore, ma positiva: l’orrore della guerra, la discriminazione razziale, l’odio tra le etnie possono essere sconfitte dalla solidarietà e dalla compassione, i semi che fanno germogliare la pace e la speranza di un futuro migliore.

La scheda editoriale

  • Titolo: Rosa Bianca
  • Autore: Roberto Innocenti
  • Editore: La Margherita
  • Età di lettura: dagli 11 anni
  • Consiglio di lettura: da leggere in occasione della Giornata della Memoria.

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