In questi giorni in cui cade la ricorrenza del St. Patrick’s Day ho letto, per puro caso, The frozen boy di Guido Sgardoli. Racconta la storia di Jim, il ragazzo diviso, come un ceppo tagliato in due da un colpo di scure.
A volte, quando riemergeva dai sogni o dai ricordi, si sentiva diviso, come un ceppo tagliato in due da un colpo di scure: una parte restava là dove stavano i suoi pensieri, un’altra cercava di adattarsi ai nuovi luoghi, ai nuovi volti. Ma quel che lo metteva a disagio era il fatto di intuire dolorosamente che lui non apparteneva a nessuna delle due parti. Era come lasciare una casa ridotta in macerie per andare in una non ancora finita di costruire. Un senso di incompiutezza sempre presente che lo angustiava come un crampo.
Sì, perché Jim è nato in Irlanda e morto nell’Oceano Pacifico, rinato in Groenlandia e ‘rimorto’ in Irlanda. Come può essere? State a sentire…
Il riassunto di The frozen boy di Guido Sgardoli
Groenlandia, 1946. Robert Warren, per tutti Bob, è un fisico statunitense, confinato in una sperduta base militare.
E’ un uomo finito, distrutto, braccato dai sensi di colpa. Con il suo lavoro ha, infatti, contribuito alla costruzione della bomba che in pochi minuti ha distrutto Hiroshima e Nagasaki. Non solo.
Suo figlio Jack è morto, dilaniato da un’esplosione in un luogo imprecisato del Pacifico, e Bob sa di non essere stato un buon padre, troppo preso dal suo lavoro, dai suoi studi, dal suo egoismo.
Anche per questo la moglie lo ha abbandonato dopo la disgrazia, e forse ha fatto pure bene.
Bob vorrebbe farla finita, lo medita da tempo, così si incammina verso la banchisa per gettarsi in mare. Qualcosa però colpisce la sua attenzione e lo distrae. E’ un bagliore intermittente, giù, tra le onde. Bob si avvicina e fa una scoperta incredibile: c’è il corpo di un bambino intrappolato nel ghiaccio! Ancora più strabiliante è il fatto che questo ragazzino, una volta portato in laboratorio e rianimato, riprende a respirare, a muoversi, a parlare.
Chi è? Da dove viene? Che lingua parla? Per quanto tempo è rimasto intrappolato nei ghiacci?
A partire da questo momento la vita di Bob e quella del bambino si intrecciano e ciascuno dà qualcosa all’altro. Qualcosa di salvifico. Jim dà a Bob una seconda possibilità; quella di essere un buon padre. Bob dà a Jim una seconda possibilità: quella di sentire ancora una volta il calore e l’amore di una famiglia.
Poco a poco si scopre che Jim è un ragazzo di origine irlandese, che parla il gaelico, che cento anni prima del suo ritrovamento ha tentato con la sua famiglia di emigrare in America ma la nave che li trasportava è naufragata durante la traversata.
Bob e Jim hanno appena tempo di conoscersi che già le cose si complicano. Il capo della base militare – il maggiore Ollister – decide di consegnare “il bambino venuto dal freddo” ai federali, perché ottengano tutte le risposte che sembrano sfuggirgli. Il dottor Jessop, medico della base, suggerisce a Bob di portare via il bambino, per risparmiargli un futuro da cavia di laboratorio. Non sarà un’impresa facile, considerato che Jim sembra invecchiare rapidamente.
Bob e Jim iniziano un viaggio rocambolesco a ritroso sia nello spazio – dalla Groelandia verso l’Irlanda, per sfuggire ai federali e a ritrovare parenti in vita – che nel tempo – dalla morte, alla vita, a una nuova, definitiva morte.
La recensione di The frozen boy di Guido Sgardoli
The frozen boy è un libro molto, molto bello, anche se alcune parti sono troppo filosofiche per essere proposto a chi non ha ancora compiuto 11 anni.
Le copertine delle ultime edizioni ammiccano a un pubblico più giovane ma traggono in inganno; quella della prima edizione mi sembra più adeguata.
E’ un romanzo di formazione, certo. Per il resto, al termine della lettura, molte domande restano aperte.
Ad esempio, chi muta di più durante il racconto? Jim? O Bob, il professore stanco e amareggiato che ritrova la voglia di vivere grazie a un ragazzo che, contro ogni logica, è vivo?
E ancora, chi è il protagonista? Bob? O Jim, il ragazzo che muore due volte, la prima del tutto inconsapevolmente, la seconda consapevole che la sua vita, il suo tempo, la sua generazione sono finiti un secolo prima?
La scheda editoriale
- Titolo: The Frozen Boy
- Autore: Guido Sgardoli
- Casa editrice: San Paolo Edizioni
- Età di lettura: dai 12 anni
- Consigli di lettura: a chi vuole leggere un’avventura mozzafiato ambientata tra i ghiacci della Groenlandia e la Vecchia europa, avanti e indietro nel tempo
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“The Frozen boy” è un libro davvero bellissimo, quello che ho apprezzato di più insieme a “Basta guardare il cielo” all’interno del torneo di lettura, è vero è un po’ triste ed all’inizio lo ho trovato un po’ noioso, ma poi è diventato sempre più coinvolgente e lo ho letto in due giorni. Molto bella la storia di Bobwarren ed intriganti i titoli dei capitoli.
Samantha Grillenzoni 2^C “I castori”
La lettura del libro “THE FROZEN BOY”, per me è stata molto bella.
Inizialmente era un pò noioso poi, continuando a leggerlo,c’erano tantissimi colpi di scena che mi sono piaciuti molto.
Se devo essere sincera il finale mi ha quasi fatto piangere.
Jessica Maccaione 2B Book Therapy
Un libro triste ed emozionante con un finale commovente e inaspettato. A volte è un po’ noioso ma uno dei più belli tra quelli del torneo.
NIKI
SAMPLES FOREVER
il libro x me e il mio gruppo e’ drammatico come BASTA GUARDARE IL CIELO ma anche pieno di particolari interessanti riguardo all’ paesaggio in cui si inserisce.
Leggerei questo libro tantisime volte e mi emozionerei sempre di piu’ per la sua scioltezza nel leggerlo e allo stesso tempo ricco di particolari importanti
Questo libro anche se è stato molto triste mi è piaciuto moltissimo📚.
È un libro molto bello per me. Perché succedono cose inaspettate che nessuno si aspetterebbe!😜
per questo mi è piaciuto molto
2° B Valentina Malavasi
L’inizio del libro è un po’ noioso ma andando avanti diventa sempre più interessante, che non riesci più a smettere di leggerlo e per finire il finale è davvero sorprendente.
ciao, questo libro all’inizio era abbastanza noioso perché parlava della vita del protagonista e non avevo ancora capito cosa voleva dire la copertina del libro ma poi quando sono arrivato al punto dove trova il bambino nel ghiaccio mi a molto interessato infatti lo leggo ogni volta che o tempo (be, non proprio tutte a dir la verità) specialmente di sera. CIAO!!!!! ad aprile con il TDL
Questo libro ci ha lasciato con un nodo in gola e uno strano pizzicore negli occhi:
possiamo dire che questo libro ci ha toccato. All’inizio sembrava un libro di avventura che avrebbe lasciato poco spazio ai sentimenti e invece… il finale è stato inaspettato. ( Non vogliamo svelare troppo ai futuri lettori. )
😀 non spoileriamo troppo! hihihihi… bravi!!!!
mi è piaciuto moltissimo the frozen boy,vorrei rileggerlo altre 100 volte!!!!:-)
Ecco, vedi, prima mi distruggono The Frozen Boy, “è noioso, è deprimente, non succede nulla….” Poi arriva un commento come questo e io mi rianimo! E’ proprio vero che per ogni libro esiste un lettore e che tutti i lettori sono diversi! Grazie 1D
L’inizio del libro è molto deprimente ma leggendolo si ravviva un po’
Non è piaciuto molto in generale. Mi sto rendendo conto che forse è adatto a ragazzi più grandi, dalla 3^ media in poi. Grazie per il suggerimento!
anonibook classe 1F Cibeno
Libro abbastanza bello all’ inizio molto noioso ma poi mi ha iniziato a interessare sempre di più.
mhmhmh… qualcosa mi dice che non vi e’ piaciuto molto! 😊
Siamo i ragazzi della 1E di Cibeno. il libro è piaciuto moltissimo a tutti noi. L’inizio, per alcuni è sembrato un po’ triste e noioso, ma poi durante la lettura, il libro si è rivelato coinvolgente e interessante. Bellissimo. Ciao a presto
Sì, sono d’accordo, Frozen Boy è un libro per molti versi triste. Sia per quello che vivono sia il protagonista che Bobwarren, sia per il finale! Braviiiiii