Victoria sogna è un libro di narrativa scritto da Thimothée de Fombelle, uscito in italiano grazie alla casa editrice Terre di Mezzo. E’ una storia brevissima e scorrevole, che sotto una trama avventurosa, elementi di fantasia, un po’ di umorismo e tanta poesia nasconde una riflessione su problemi reali e gravi.
Le illustrazioni di Mariachiara Di Giorgio accompagnano il testo e sono adatte a un pubblico di bambine e bambini di 9 e 10 anni, così come le stile narrativo dell’autore. Per i temi che Fombelle affronta può essere proposto anche fino agli 11 anni.
Il romanzo vinse il Premio Andersen 2018 nella categoria 9-12 anni con questa motivazione:
“Per la storia travolgente e intensa capace di giocare con l’avventura e il mistero mentre racconta di crescita e relazioni, dentro e fuori la famiglia, senza scordare le dimensioni storiche e sociali del nostro tempo. Per l’amoroso e partigiano omaggio al potere della lettura e della fantasia come occasioni di cambiamento, personale e collettivo. Per la felice intuizione di un’edizione italiana che affianca alla traduzione alta l’originale apporto delle illustrazioni”.

Il riassunto di “Victoria sogna”
Victoria è una ragazzina francese che abita nel piccolo paese di Chaise-sur-le-Pont e le sue giornate si snodano tra casa, scuola e biblioteca. La sua è una vita assolutamente tranquilla e abitudinaria. Anche troppo, per i suoi gusti. Niente sport, niente animali domestici, nessuna amica del cuore…
La sua famiglia è “terribilmente” normale: la madre e il padre sono spesso fuori per lavoro e attualmente la sorella maggiore è in Italia, in gita di classe. La cosa più eccitante che può accadere durante le rare riunioni familiari sono legate agli sviluppi del patè in tubetto, un prodotto rivoluzionario al quale il padre sta lavorando da ben tre anni.
Anche alla scuola Pierre-Martial è sempre tutto uguale, mai che accada qualcosa di speciale. Eppure Victoria vorrebbe vivere delle avventure emozionanti: ad esempio affrontare missioni pericolose, intraprendere viaggi magici e indimenticabili, insomma qualsiasi cosa pur di sfuggire al solito tran-tran.
L’occasione gliela offre su un piatto d’argento il suo amico Jo, che le domanda informazioni su tre cheyenne che si aggirano in paese. Victoria non crede alle sue orecchie! Tre cheyenne a Chaise-sur-le-Pont! Incredibile! Avranno qualcosa a che fare con il costume da cowboy che suo padre indossa ogni tanto di nascosto? E con la misteriosa sparizione di alcuni libri dalla mensola della sua cameretta? E con l’altrettanto enigmatica sparizione dell’orologio appeso al muro?
L’autore afferma che da questo punto della storia ogni lettore è libero di credere o meno a ciò che legge. Perché la vicenda assume una piega davvero insolita.
Lea Garcia, la più bella della Pierre-Martial, sostiene che i tre cheyenne stanno da lei e insinua maliziosamente di sapere cose sta succedendo tra Victoria e Jo. Victoria si risente, ma Jo le spiega come stanno le cose. I tre cheyenne non sono altro che un libro della biblioteca comunale, rientrato sugli scaffali dopo essere stato preso in prestito da Lea. E le chiacchiere su di loro girano da un po’ di tempo.
Victoria non gli crede, anche perché, all’uscita della biblioteca, intravede suo padre con gli stivali da cowboy che spuntano da sotto l’orlo del soprabito. Perché li indossa? Ma soprattutto, dove sta andando?
I due decidono di seguirlo e si nascondono nel baule della macchina. Dopo un breve viaggio l’auto si ferma e i due sentono frammenti di conversazione tra il babbo e un tizio a proposito di un certo Big Buffalo. La vicenda assume toni ancora più misteriosi e davvero preoccupanti. Forse il babbo sta rischiando la vita.
Per una serie di circostanze rocambolesche, Jo esce dal baule e la macchina riparte senza di lui. Il giorno successivo, Victoria lo cerca per proseguire le indagini sul conto del padre partendo dalla ditta di patè in cui lavora.
Scoprono così una verità allo stesso tempo dura e commovente.
Il babbo ha perduto il lavoro quasi 10 mesi prima e ha accettato un lavoro da figurante, pur di non impensierire la famiglia e continuare a garantirle lo stesso tenore di vita. I libri spariti dalla mensola della cameretta di Victoria gli fanno compagnia durante le lunghe pause dal nuovo lavoro e l’orologio da muro, beh, quello è stato venduto per permettere alla sorella di Victoria di partire in gita scolastica…
La recensione di “Victoria sogna”
Victoria voleva una vita piena di avventure, una vita folle, una vita più grande di lei. E tutti intorno non facevano che ripetere “Victoria sogna”.
A chi non è mai capitato di desiderare una vita diversa, più eccitante, più sorprendente di quella che viviamo giorno dopo giorno? Quanti di noi trascurano ciò che hanno alla ricerca di quello che sembra mancare? Quanto tempo passiamo a fare progetti faraonici e castelli in aria perdendo le piccole gioie che la vita ci offre ogni giorno?
Certamente è bellissimo sognare, desiderare, volere. Una vita senza sogni rischia di farci appassire prima del tempo. Ma non per questo dobbiamo lasciarci distrarre dalle nostre fantasie rispetto al “qui e ora” in cui viviamo.
Fombelle ci insegna che la vita vera irrompe nella quotidianità di Victoria per insegnarle qualcosa. Cioè che la vita di tutti i giorni è dotata di una sua intrinseca bellezza e dobbiamo imparare a guardarla e riconoscerla. Si tratta della bellezza che sta nelle cose che abbiamo – la famiglia, gli amici, la casa, i compagni di scuola – e di cui spesso non ci curiamo. E anche le cose brutte che ci capitano come la macchia rotonda lasciata da una lacrima del babbo sulla pagina di un libro, la fragilità, l’incertezza del domani hanno una loro struggente bellezza.
Facciamo come Victoria, allora. Coltiviamo i nostri sogni, senza perdere di vista il “qui e ora”.
La scheda editoriale
- Titolo: Victoria sogna
- Autore: Timothée de Fombelle
- Illustratrice: Mariachiara Di Giorgio
- Traduttrice: Maria Bastanzetti
- Casa editrice: Terre di Mezzo
- Età di lettura: dai 9 anni
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La storia è molto carina e da sfogo alla fantasia, ma la preferirei più lunga e con un finale più coinvolgente.
Anche io non me lo aspettavo. Pensavo che il finale fosse più coinvolgente.
La storia e carina però molto corta e devo ammettere che mi aspettavo di più. Però mi piace il personaggio di Victoria.
Io non mi aspettavo assolutamente quel finale. e tu?