Libringioco sta partecipando a Blog in rete, un percorso strutturato per fare community e accrescere la Brand Awarness dei partecipanti de LeROSA, che Giulia Bezzi ha inventato per ascoltare le donne, collaborare con chi è disposto a impegnarsi per realizzare le tante iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti.
Ogni mese esperti del settore tengono incontri e coinvolgono le partecipanti nella scrittura di post per i tutor, per il blog de LeROSA e per eventuali progetti di brand.
Ogni blogger è seguita da esperti SEO per il posizionamento nei motori di ricerca e ogni post viene condiviso nei social de LeROSA e dei partecipanti al progetto.
Blog in rete: terzo incontro
Giovedì 5 dicembre, a Padova nella sede di Loges Srl, ho partecipato al terzo incontro in calendario. Dopo esserci concentrate sulla redazione del nostro Business Model Canvas insieme a Fabiana Palù, Salvatore Russo, esperto del settore, ha introdotto il tema del Personal Branding.
Il percorso si è snodato in sei tappe:
- la definizione di Personal Branding
- il Prisma Brand Identity
- chi vuoi essere
- metodi da evitare
- piano editoriale
- ottimizzazione
Di tutti gli argomenti toccati, due sono quelli che vorrei approfondire e che mi fa piacere condividere.
Il primo è il Prisma Brand Identity, il modello messo a punto da J. N. Kapferer nel 1996 per la costruzione dell’identità del brand. E’ una rappresentazione visuale in cui i tratti distintivi del brand si dispongono lungo i lati di un esagono. I sei elementi costitutivi sono:
- fisici: gli attributi fisici del prodotto e del brand, come nome, logo, design, colori, packaging.
- personalità: il modo di porsi, il tono di voce
- relazioni: i valori e l’identità che il brand vuole scambiare con gli altri
- cultura: il sistema di valori sui quali si fonda il modello di business
- immagine riflessa: il target collegato alla marca e in sintonia col sistema identitario
- rappresentazione di sé: la percezione che il target ha di se stesso grazie all’uso del brand
In rete si possono trovare molti esempi di Prisma Brand Identity di brand famosi. In immagine di anteprima, invece, c’è il Prisma Brand Identity di Libringioco, che spiega chi sono e quale immagine vorrei aveste di me.
L’altro tema che vorrei condividere riguarda il Corporate Storytelling, cioè come raccontarci nei diversi canali di comunicazione. Il punto di partenza è la differenza tra storia e racconto. Tutte le storie sono importanti per chi le vive, ma non è detto che siano altrettanto importanti per gli altri.
Fare storytelling non significa raccontare storie, ma veicolare il proprio mondo (fatto di beni e servizi ma soprattutto di valori e sentimenti) a un pubblico specifico.
Conoscere le tecniche narrative è indispensabile perché raccontarsi nel modo giusto produce un consistente ritorno sull’investimento e aiuta a farsi ricordare dal target.
Una fonte per approfondire questo argomento è il libro “Storytelling d’impresa”, uscito nel 2016 per Hoepli, in cui Andrea Fontana illustra cinque posizioni narrative che possiamo prendere quando facciamo storytelling.
Sono tecniche che dobbiamo utilizzare quando costruiamo un racconto, che fanno leva su esigenze, debolezze o inquietudini del nostro target e sono storie di:
- Cura: che rispondono al bisogno di essere consolati dalla paura dell’abbandono, la povertà, la solitudine o la malattia. Offrono soluzioni e si prendono cura del target, scacciando le paure con la sensibilità e l’empatia.
- Potere: fanno leva sul bisogno di sicurezza e protezione. Sono quelle sostengo e proteggono.
- Esplorazioni: colmano il desiderio di avventura a discapito dell’inerzia, dell’immobilismo, della paura di restare indietro. Invitano al viaggio e alla novità.
- Valore: rispondono alla paura del vuoto e della mancanza di senso portando sogno e valore nella vita degli altri.
- Fatti: combattono il senso di inadeguatezza e di incertezza e il bisogno di controllo fornendo dati oggettivi e misurabili.
Personal Branding cos’è
Man mano che proseguivamo nel percorso mi era sempre più chiaro che il racconto personale di sé e il racconto professionale del proprio brand non possono essere disgiunti, ma, al contrario, devono procedere su due binari paralleli.
Personal Branding è, infatti, ogni azione che compiamo e che provoca un’impressione su chi interagisce con noi o semplicemente ci osserva. Ha a che fare con aprire un account su un social network, con la scelta delle foto, con i post che postiamo, con i commenti che lasciamo sotto i post degli altri e con tanto altro ancora.
Ecco perché ogni azione che compiamo, online e nella vita reale, va fatta in modo curato, ragionato, strutturato se non vogliamo correre il pericolo di vedere danneggiata la nostra reputazione reale e virtuale.
Di definizioni di Personal Branding sul web ce ne sono tantissime, così come molti sono coloro che hanno scritto sull’argomento. Salvatore Russo ne ha data una illuminante:
Quando ti prepari per il primo appuntamento cosa fai? Ecco, pensa alla comunicazione del tuo brand come ad un perenne primo appuntamento, rimani in quel limbo di felicità, eccitazione ed igiene personale ai massimi livelli! Il tuo brand deve profumare di buono per inebriare i tuoi clienti ed attirarne di nuovi.
Il Personal Branding racconta, quindi, chi sono, come mi pongo nei confronti di chi e ciò che mi circonda e cosa voglio che gli altri pensino di me.
Come fare bene Personal Branding? Ecco i cinque punti da non dimenticare mai!
1. Definire chi vogliamo essere. Come nei giochi di ruolo, possiamo scegliere chi vogliamo essere per i nostri lettori:
- un aiutante, cioè colui che facilita il lettore nella ricerca di informazioni e soluzioni ai suoi problemi
- un oggetto magico, qualcosa di peculiare, che insegna a fare delle cose
- un tesoro, cioè la soluzione del problema, qualcosa di eccezionale e unico.
2. Scegliere cosa comunicare. Veicolare messaggi, valori, servizi creando un contesto narrativo che susciti l’attenzione e coinvolga.
3. Rispettare le leggi, essere sicuri, opportuni. Non copiare contenuti, non usare immagini tutelate dal diritto d’autore. Google è intelligente, e i nostri lettori pure.
4. Evitare di lamentarsi, la retorica, l’invidia verso gli altri, la supponenza.
5. Coltivare la coerenza e la misura.
Chi è Salvatore Russo
Se fate una ricerca su Google usando come chiave di ricerca le parole “Salvatore Russo” scoprirete che in Italia ce ne sono due famosi: uno è un camorrista di Nola, inserito a lungo nella lista dei 30 criminali più pericolosi d’Italia e ora fortunatamente assicurato alla giustizia, poi c’è l’altro.
Dell’altro Salvatore Russo si sa che quando era bambino sua madre gli preparava come merenda una fetta di pane e pomodoro, condita con un filo d’olio e un po’ di origano e che, crescendo, è rimasto attaccato alla bontà dei contenuti e alla comunicazione semplice ed efficace.
Che ora è babbo e nonno e si trova nella posizione invidiabile dell’influencer che parla a un target attento a un range vastissimo di prodotti, che va pressappoco dai pannolini alle dentiere.
Che nella sua vita è stato imprenditore, brand builder, organizzatore di eventi, creatore di contenuti e attivatore di persone.
SEO&Love, Beach&Love, Food&Love sono gli eventi che ha ideato e dedicato al content marketing, al local marketing turistico e al food marketing. Esperienze indelebili nella memoria di chi vi ha partecipato in termini di esperienza di speaker, qualità dei contenuti offerti ed eccezionalità di ospiti e professionisti coinvolti.
Comunicare, coinvolgere e convertire sono le tre leve alla base di ogni suo progetto e di ogni strategia di marketing.
Empatia e ironia sono il suo approccio al mondo del marketing e alla vita in generale.
Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.