Dark Lord: le origini di Jamie Thomson è un libro mi ha fatto tornare in mente la frase più citata di Salinger: Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.

Perché questo libro è spassosissimo dalla prima all’ultima pagina, copertina compresa! Partiamo dalle copertine che ritraggono il protagonista in versione fronte-retro…

Dark Lord_cover
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Il riassunto di Dark Lord: le origini di Jamie Thomson

Dark Lord, l’Oscuro Signore, Capo Supremo delle Terre Oscure, Distruttore dei Mondi, Padrone della Torre della Ferrea Disperazione si mostra a noi, ignobili umani, in tutta la sua terribile magnificenza e nel suo sconfinato egocentrismo.

Equipaggiato col miglior completo all-black, in posa teatrale, con tanto di artigli guantati in vista – Dark Lord tiene alla forma – si presenta come un autentico genio del male, più potente del suo creatore, di cui, in preda a un delirio di onnipotenza, cancella il nome.

Quanto alla pasta di cui è fatto, che dire? Nella quarta di copertina, Dark Lord ci avverte di essere perfettamente in grado di sterminarci utilizzando i poteri della sua mente superiore. 

Subito dopo aver finito i compiti, però! Sì, perché nel frattempo è successo qualcosa di increscioso e disdicevole.

Dark Lord è stato purtroppo sconfitto in battaglia dal suo acerrimo nemico, Hasdruban il Puro, il Mago Bianco, ed è stato scaraventato sul pianeta Terra nelle sembianze di un tredicenne paffutello e con la zeppola.

Da allora Dark Lord è precipitato in un incubo. È stato ospedalizzato in quanto affetto da “sindrome dissociativa di grado severo” e preso in carico dai servizi sociali.

Dirk aggrottò le sopracciglia. I servizi sociali? Erano un qualche tipo di legione o reparto militare con il compito di spazzare via i reietti della società come umani, Elfi e altri inutili paladini del bene? Un’unità specializzata nella pazzia! Sembrava utile. Perché non ci aveva mai pensato? Una legione di Orchi folli, psicotici e rabbiosi, per esempio, che idea straordinaria! C’era tanto da imparare da questo mondo. Sempre che riuscisse a sopravvivere a ogni nuovo incontro con i suoi abitanti.

«Non temere, siamo qui per aiutarti» lo rassicurò Wings.

«Ma certamente» rispose Dirk. «E ora prestate molta attenzione, insignificanti esseri umani. Prima di tutto, mi rivelerete dove mi trovo. Quindi mi fornirete degli indumenti, incluso il mio Mantello, e mi condurrete dal vostro capo. Accetterò immediatamente una sua dichiarazione giurata di fedeltà e, subito dopo, assumerò il controllo della città. Chiunque deciderà di opporsi, verrà distrutto.»

Successivamente è stato dato in affido alla famiglia Purejoie, costretto ad andare a scuola, a fare i compiti, a socializzare, a farsi degli amici!

«Su, Dirk, bambino mio. Alzati, è il primo giorno nella tua nuova scuola, tesoro».

C’erano talmente tante cose sbagliate in quella frase, che Dirk non sapeva da quale cominciare. Mancanza di rispetto, mancanza dei necessari titoli onorifici, essere chiamato ‘bambino’ e poi, il peggio del peggio, quella stucchevole e sentimentale dolcezza! ‘Tesoro’, come no! Le avrebbe fatto vedere il tesoro che era, strappandole il cuore e mangiandolo davanti alle sue pupille agonizzanti! Iniziò a concentrarsi per colpirla con l’Artiglio della Lacerazione Mortale, ma poi si ricordò… Era intrappolato in questa dimensione, nel corpo di un ragazzino umano e tutti i suoi poteri gli erano stati portati via. Sprofondò nella disperazione.

Invece di rivolgersi a lui con terrore e deferenza, tutti lo considerano uno svitato, lo ribattezzano col nome banale di Dirk Lloyd e gli affibbiano perfino il nomignolo di Dirk the Dark.

Niente più elmo del Padrone dell’Inferno, né mantello della Notte Eterna, né guanti corazzati della Devastazione Implacabile! Unica concessione di mamma Purejoie è il pigiamino del Tristo Mietitore.

Niente più incantesimi, magie, formule e riti negromantici, ma preghiera del ringraziamento prima di cena.

Niente più guerre combattute a capo delle schiere di orchi, goblin e vampiri, fianco a fianco del suo fedele luogotenente Gargon l’Orrendo, il Maciullatore di Arti! Ma la compagnia di tre cortigiani e schiavi: il figlio dei Purejoie, Chris, detto “Voce del Dark”, Sooz, la giovane Goth detta “Figlia della Notte” e Sal Malik, detto “Lord dello Sport”.

Scopo del Lord è, ovviamente, ritornare alle sue Terre Oscure. E così pianifica di conquistare la terra e d’aprire un varco spazio-temporale per tornare nel suo regno da trionfatore. Ma la sua volontà malvagia si scontra coi limiti della nuova natura umana e della condizione di adolescente, dando origine a una serie di equivoci, pasticci, situazioni comiche e surreali.

Ad esempio, studia storia, ma solo se si tratta di battaglie e strategie militari; frequenta con profitto il laboratorio di scienze, ma solo per fabbricare virus di distruzione di massa; anche durante i laboratori di creatività non se la cava male, ma modella solo e soltanto crani mozzati o sfigurati da armi da taglio.

Così, pagina dopo pagina, noi insignificanti e inutili lettori umani siamo sempre più solidali nei confronti di Dirk the Dark, a cui le forze del Bene hanno fatto così tanto male.

La recensione di Dark Lord: le origini di Jamie Thomson

Mentre leggiamo Dark Lord: le origini non possiamo fare a meno di immedesimarci nell’Oscuro Signore e di solidarizzare con lui.

Senza sapere come è successo, ci troviamo a fare il tifo per il Lord, perché possa veramente tornare alle sue terre desolate e dare una lezione a quel borioso e noiosissimo Mago Bianco, che insieme ai suoi elfi alti, belli e biondi, in marsina bianca coi bottoni d’oro, ha annientato gli orchi, disperso i vampiri, scacciato Gargon e ridipinto la Torre della Ferrea Disperazione di rosa confetto per farne un parco divertimenti!

Anche perché nel corso della storia il Dark diventa – suo malgrado – sempre più simile a noi: impara nuove parole  – amicizia, affetto, empatia – e il loro vero significato; arrossisce per un bacio di Sooz; si stupisce che gli abbracci degli amici  non siano mortali; non vuole dare dispiaceri a mamma Purejoie.

Non vi racconto il finale, ma vi dico che il Lord starà ancora un po’ di tempo con noi. L’autore – o meglio, l’insignificante umano che ne ha narrato la storia – ha già pubblicato in Inghilterra il seguito del romanzo, di cui vi posto la copertina. Speriamo venga tradotto prestissimo, perché io ne sento già la mancanza.

La scheda editoriale

  • Titolo: Dark Lord: le origini
  • Autore: Jamie Thomson
  • Editore: Feltrinelli
  • Età di lettura: dagli 11 anni
  • Consiglio di lettura: per chi vuole vuole scoprire la leggerezza dell’Amore con gli occhi di una ragazzina.

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