Tra guerra e pace. I Natali che hanno fatto la storia è un’antologia di scritti di vari autori su episodi storici che si sono svolti il giorno di Natale: l’incoronazione di Carlo Magno il 25 dicembre dell’800, l’incoronazione di Guglielmo il Conquistatore nello stesso giorno del 1066, e poi la costruzione del forte La Navidad da parte di Cristoforo Colombo nel 1492, Washington che attraversa il fiume Delaware nel 1776 per l’indipendenza degli Stati Uniti e infine la tregua di Natale spontanea nelle trincee del 1914, di cui vi ho già parlato.
Come scrive il medievalista Giancarlo Andenna nell’introduzione, ben quattro sono racconti di guerra, proposti in un anno in cui la guerra è tornata di grande attualità su notiziari e carta stampata. Solo uno è un autentico racconto di luce e pace. Quello che ci fa il frate francescano Tommaso da Celano sull’iniziativa di Francesco d’Assisi, che a Greccio nel 1223, realizza il primo presepe vivente della storia della cristianità.
Eppure, c’è un trait-d-union tra i sei racconti. Anche nei 25 dicembre di guerra il Natale si è fatto sentire, portando la luce spirituale nel cuore dei combattenti. Anche se solo durante lo spazio di una messa.
Riassunto e recensione di “Tra guerra e pace. I Natali che hanno fatto la storia”
L’antologia raccoglie i testi che sette storici hanno dedicato a sei celebri Natali della storia.
Alessandro Barbero e Gianni Granzotto ci raccontano l’incoronazione di Carlo Magno, avvenuta la notte di Natale dell’800 a Roma, quando al termine della Messa celebrata nella basilica di San Pietro, papa Leone III pone sul capo del re dei Franchi la corona d’oro. Il racconto è davvero emozionante perché ci restituisce con immagini potenti la solennità e la sacralità di un momento.
“L’impero era ancora un concetto emozionale… Nel pensiero medievale non si riconosceva alcuna distanza tra simbolo e realtà. Se la cerimonia di Natale dell’anno 800 non significava per Carlo Magno nessun mutamento nell’area dei suoi possedimenti o nella forza dei suoi eserciti, l’immagine che del suo nome si proiettava da quel momento nel mondo era sconfinatamente ingrandita, nella luce gigantesca che il simbolo dell’impero accendeva dentro il cuore dei popoli nelle loro speranze e nelle loro fantasie.”
Tocca a Michel de Bouard raccontare un’altra celebre incoronazione: quella di Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia, che nell’ottobre 1066 sbarca in Inghilterra, sconfigge i sassoni nella battaglia di Hastings (la dinastia regnante nell’isola) e il giorno di Natale viene consacrato nella chiesa abbaziale di Westminster, consacrata un anno prima.
Anche in questo caso l’autore del brano si rivela un fantastico divulgatore, perché spiega i tratti salienti della battaglia di Hastings facendo continui rimandi all’arazzo di Bayeux, un tessuto ricamato realizzato in Normandia o in Inghilterra nella seconda metà dell’XI secolo, che descrive per immagini l’avanzata normanna e la battaglia di Hastings.

Facciamo un altro salto temporale e passiamo ora al 25 dicembre 1492, un giorno memorabile per Cristoforo Colombo, come ci racconta Paolo Emilio Taviani.
L’ammiraglio era da qualche tempo giunto ad Haiti e voleva festeggiare il Natale a terra. Durante l’avvicinamento alla costa una corrente marina portò la Santa Maria a incagliarsi sulla scogliera corallina. A nulla servirono gli sforzi di Colombo per disincagliarla, così la caravella fu abbandonata. Il resto della giornata fu dedicato al recupero del carico e al trasferimento di uomini e mezzi sulla Niña.
Già il giorno di Santo Stefano, però, l’ammiraglio giudica il naufragio come un segno della Provvidenza. Con i resti della Santa Maria decide di fondare La Navidad, primo insediamento europeo in America.

Restiamo nel continente americano, ma spostiamoci di tre secoli in avanti, cioè il 25 dicembre 1776, quando George Washington attraversa il fiume Delaware e sblocca una fase cruciale della guerra d’indipendenza americana.
La possibilità di un’avanzata britannica attraverso il Delaware era fonte di profonda preoccupazione per il generale, che si trovava con il suo piccolo esercito dall’altra parte del fiume.
La mattina di Natale pianificò di attraversare il fiume Delaware durante la notte, così da sferrare l’attacco agli inglesi all’alba del 26 dicembre. La traversata fu difficoltosa a causa del ghiaccio, ma una unità riuscì ad attraversare il Delaware, nella località oggi denominata Washington’s Crossing.
Il generale diede il via all’attacco a sorpresa che si concluse con la battaglia di Trenton nell’omonima località del New Jersey in cui gli americani riportarono un’importante vittoria sugli inglesi.

L’ultimo capitolo del libro racconta la tregua spontanea tra soldati tedeschi e britannici che combattevano la Prima Guerra Mondiale durante la notte di Natale del 1914.
Siamo nel cuore della notte del 24 dicembre 1914, al fronte tra il Belgio e il Nord della Francia. Soldati tedeschi, britannici, francesi e belgi, usciti dalle opposte trincee, senza essere autorizzati dai loro comandanti, decidono di sospendere i combattimenti e di incontrarsi in pace in quei campi di morte abbandonati da Dio, cosparsi di fori, buche e crateri, nella Terra di Nessuno tra la patria degli uni e degli altri.
All’inizio c’è soltanto uno che canticchia Stille Nacht, heilige Nacht. La canzone della nascita di Gesù risuona lieve e si disperde lentamente nel paesaggio spettrale delle Fiandre. Poi, però, quel canto si diffonde lungo il fronte come un’ondata… Dall’altra parte del fronte, a cento metri di distanza, nelle postazioni degli inglesi, rimane tutto tranquillo… Svanita l’ultima nota, gli uomini che si trovano dall’altra parte aspettano ancora un minuto, poi cominciano ad applaudire e a gridare: ‘Good, old Fritz‘ e ‘encore, encore‘, ‘more, more‘, ‘Bis, bis!’
La tregua fornì anche l’occasione di recuperare le salme dei caduti nella Terra di Nessuno e dare loro sepoltura. Durante la tregua, furono organizzate anche funzioni religiose comuni per tutti i caduti.

L’ultimo racconto inserito in antologia è quello del 1223, quando San Francesco a Greccio allestisce il primo presepe vivente. L’episodio è famosissimo e non mi dilungo. Vi lascio con un brano tratto dal racconto di Tommaso da Celano, in cui Francesco dà disposizioni per l’allestimento del Presepe e sul suo significato:
Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie e un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno, tra il bue e l’asinello.
La scheda editoriale
- Titolo: Tra guerra e pace. I Natali che hanno fatto la storia
- Testi di: Alessandro Barbero , David H. Fischer , Paolo Emilio Taviani e altri
- Curatore: Giacomo Rebecchi
- Presentazione di: Giancarlo Andenna
- Casa editrice: Interlinea
- Collana: Nativitas
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